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“GLI EROI VESTITI DI BIANCO”, diretto da Alessandro Parrello: lo short movie

Annamaria Piacentini
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È online il trailer dello short movie “GLI EROI VESTITI DI BIANCO”, diretto da Alessandro Parrello. Sarà presentato in occasione dell'uscita del calendario militare delle Capitanerie di Porto – Guardia Costiera.

Lo short movie, nato da una collaborazione tra Cortinametraggio e Capitanerie di Porto - Guardia Costiera è stato realizzato per il 160° anniversario delle Capitanerie di Porto - Guardia Costiera, dove in quei 18 minuti si racconta la storia degli Uomini che indossano la divisa bianca e che hanno sempre fatto il loro dovere, senza attendere neanche un grazie. Perché marinai si nasce e poi si diventa, con l'orgoglio di essere italiani e parte di Paese per cui sono pronti a dare la vita. Il regista che è anche sceneggiatore e produttore ha messo in scena: azione, coraggio, altruismo e sacrificio, con la forza vitale di chi ama lo Stato. Guardando le scene girate tra Civitavecchia e Monopoli, Parrello rispetta ogni inquadratura, dando un senso alla storia, mentre la dimensione spaziale risulta compatta, e soprattutto carica di una grande tensione emotiva. Giovane, brillante, ha il coraggio di chi crede in ciò che fa. Nel 2011 ha fondato la sua casa di produzione indipendente, la West 46th Films, con sede anche a New York dove ha vissuto e lavorato dal 2007 al 2014, puntando nonostante la sua giovane età, anche alle tecniche di regia.

Parrello, lei è riuscito a raccontare una parte importante dell’Italia, quella delle Capitanerie di Porto. Come è nata l'idea?

“A Cortinametraggio, di cui è Presidente Maddalena Mayneri, che ha creduto in me. È un appuntamento importante dove ogni anno si crea un concorso per i giovani registi. Tutti cercavamo un'idea per raccontare la Guardia Costiera e il valore di chi dovevamo mettere in scena. Ho scritto la sceneggiatura tra agosto e settembre ed è andata bene”.

Che tipo di esperienza militare aveva su questo argomento?

“Ho letto tanti libri ed essendo del Sud andavo per mare sin da ragazzino. Mi è piaciuto raccontare certi eroi del mare in chiave romantica, volevo che emergesse nel cuore della gente chi sono realmente e cosa fanno questi uomini in divisa bianca, dallo spirito solidale”.

Le scene sono girate su una nave...

“Sì, la Dattilo, ma siamo anche stati a bordo dell'elicottero della Marina e delle motovedette. La loro abilità è incredibile”.

E lei è un regista esigente...

“Sì, lo sono, specie quando mi sono accorto di essere diventato, anch’io un uomo di mare con le stellette”.

Comunque, non è stato facile partire con la storia dal secolo scorso. Eppure, nonostante il tempo a disposizione, ci è riuscito perfettamente: quanto è importare raccontare la nostra Italia?

“Oggi bisognerebbe parlarne più che mai. Delle Capitanerie di Porto, ad esempio, che con 160 anni di storia ha avuto una parte importante nel ricongiungere l'Italia”.

Mi sono battuta anch'io contro quella parte italiana che ha la memoria corta.

“Risvegliare la memoria?  Per me è una missione di vita. È questo che va fatto, dopo anni di lotte e di guerre, per ritrovare la pace. Nei confronti della gente è un atto dovuto”.

È stato difficile arrivare sino qui?

“Raccontare i muscoli è facile, mentre le emozioni si devono provare. Mi sento appagato, vuol dire che il cuore che ci abbiamo messo si è sentito”.

Tra un po' l'aspetta un bel giro on the road: quali saranno le location dove si vedrà il suo cortometraggio?

Sarò in giro per l'Italia, per ora, sono queste le tappe: il 10 a Brindisi, poi a Genova, Trieste,  Cortinametraggio e Taormina”.

Scommetto che diventerà anche un film: sbaglio?

“Mi piacerebbe molto, la storia c'è. E poi, dopo Cortinametraggio che ha creduto in me, mi piacerebbe ritirare un Nastro d'Argento, l'ho promesso a mia madre”.

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