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G20; Ronzulli (FI): istituzioni internazionali lavorino insieme per garantire parità di genere

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"Compito delle istituzioni internazionali è lavorare con impegno per ampliare la partecipazione delle donne alla politica, al potere e agli spazi decisionali, sulle tracce di quanto fatto in Italia, per garantire che un numero crescente di donne arrivi ad occupare cariche elettive e posizioni di potere a tutti i livelli e ambiti di attività dello Stato. Nel nostro Paese, le donne elette nella prima legislatura della Repubblica italiana, nel 1948, erano appena il 5% del totale. Oggi, dopo anni di conquiste, sono arrivate circa al 33%, in linea con la media dei Paesi dell’Unione europea”. Così, la senatrice di Forza Italia e vice presidente del Senato, Licia Ronzulli, nel suo intervento al vertice dei presidenti dei Parlamenti del G20, in corso a Brasilia. 

“Tutto questo - ha proseguito - è stato possibile anche con l’introduzione di norme a garanzia dell'equilibrio di genere fra donne e uomini all'interno delle assemblee elettive, a livello europeo, nazionale e locale. I progressi degli ultimi anni non riguardano solo il Parlamento ma anche il governo: Giorgia Meloni è diventata la prima donna nella storia repubblicana ad assumere la carica di Presidente del Consiglio, dopo 64 governi retti da uomini. Molta strada resta ancora da fare, ma è lavorando ogni giorno che verranno abbattute quelle barriere che impediscono la parità di genere”. E ancora: “Per un vero e concreto superamento del gap gender, è necessario che le donne e le ragazze arrivino ad una piena emancipazione economica, e possano trovare un l'equilibrio tra lavoro e vita privata. Per questo, vanno intensificati gli sforzi per affrontare gli stereotipi di genere ed eliminare le barriere strutturali esistenti, a partire da quella del divario retributivo di genere. L'adozione di misure per la conciliazione della vita familiare con quella professionale sono il cardine delle politiche di crescita occupazionale per le donne, che non devono essere più costrette a dover scegliere fra l’una e l’altra”. “Uno dei principali ostacoli dell’empowerment femminile è rappresentato dalla mancanza di educazione finanziaria, che invece può e deve essere un potente strumento per il miglioramento delle condizioni della donna, oltre che il primo passo per arrivare all’indipendenza economica. Su questo tema, il Parlamento italiano ha mostrato grande sensibilità, approvando una normativa che da quest’anno scolastico introduce l’insegnamento dell’educazione finanziaria nei programmi di tutti gli istituti di ogni ordine e grado, fin dalla scuola primaria. Fornire informazioni e conoscenze è uno strumento indispensabile per costruire l’emancipazione del domani”, ha concluso. 

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