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Moldavia: polemiche sulla regolarità e dubbi sulla trasparenza

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Mario Bassi
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Le elezioni di domenica scorsa in Moldavia, presidenziali e referendum sull’adesione all’UE, sono al centro di polemiche riguardo alla loro trasparenza. Il risultato favorevole all’adesione, ottenuto durante l’ultimo 30% dello spoglio dei voti esteri, ha alimentato sospetti, soprattutto considerando l’affluenza bassissima in Europa e l’alta partecipazione in Russia, nonostante le difficoltà logistiche.

La presidente Maia Sandu ha accusato apertamente la Russia di aver cercato di influenzare il voto, affermando che “la Russia ha tentato di manipolare l’elettorato moldavo, sfruttando la sua influenza sulla diaspora e utilizzando campagne di disinformazione per ostacolare il corso democratico del paese”. Le parole di Sandu rispecchiano un clima politico sempre più teso, con una spaccatura tra il governo, orientato verso l’UE, e l’opposizione, che denuncia pesanti interferenze e irregolarità da parte del partito al potere.

Le proteste dell’opposizione, infatti, sono concentrate su numerose denunce di brogli e abusi, inclusi l’uso illecito delle risorse statali da parte del PAS e le limitazioni agli osservatori indipendenti. Come emerge dalla lettera di denuncia dei leader avversari, sono stati riscontrati numerosi ostacoli nel processo elettorale: dall’impossibilità di registrare osservatori di altri partiti, fino al rifiuto di accettare donazioni elettorali per i rivali. Alcuni episodi di violenza contro agitatori di altre fazioni hanno ulteriormente minato la credibilità delle elezioni.

A livello internazionale, mentre l’alta partecipazione tra i moldavi in Russia è stata vista con sospetto, l’affluenza straordinariamente bassa in Europa ha accentuato i dubbi su un possibile squilibrio nella distribuzione dei seggi elettorali. La Commissione Elettorale Centrale ha difeso la scelta di limitare il numero dei seggi in Russia per ragioni di sicurezza, ma molti osservatori vedono in questo una mossa deliberata per influenzare l’esito.

Indipendentemente da chi abbia orchestrato eventuali irregolarità, resta il fatto che il processo elettorale moldavo si trova di fronte a un grave problema di trasparenza. In un paese diviso tra l’influenza russa e il desiderio di avvicinarsi all’Unione Europea, il sospetto di manipolazioni elettorali, da entrambe le parti, minaccia di compromettere la fiducia dei cittadini nel sistema democratico.

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