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Venezia, pronti per il gran finale: occhi puntati sulla giuria

Annamaria Piacentini
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Bisogna dire che in questa edizione le novità sono state molte. Prima di tutte l’arrivo delle grandi Star Hollywoodiane che hanno presentato i loro film facendo vendere migliaia di biglietti al box office. E poi i film, scelti con cura dal Direttore Barbera, che hanno messo in scena argomenti di grande attualità.

Questa volta il festival cala il sipario con un successo che, prima di questo appuntamento, anche a causa del Covid non si si riconosceva più come il più grande in Europa. Tante storie che ci hanno fatto sorridere, commuovere e la forza di continuare a credere nel cinema. Questa mattina, tutti ancora al lavoro per i due film in concorso “Youth : Homecoming” di Wang Bing , che arriva in competizione nel penultimo giorno del festival (già si parla del Leone d ‘Oro), che potrebbe rimettere in gioco i pronostici, e “Hauger “(Love), del regista e scrittore norvegese Dag Johan Haugerud, secondo capitolo della trilogia dedicata alla sessualità, al desiderio di trasgressione nella moderna città nordica. Il primo capitolo “ SEX”, era stato presentato al Festival di Berlino. Nel nuovo capitolo estende la storia e punta su due uomini eterosessuali, sposati, che basandosi sulle loro esperienze sfidano la nozione di mascolinità.

Ma il regista narra anche la sfera femminile che vede protagonista Andrea Braein Hovig, attrice teatrale e cantante norvegese, nei panni di Marianne, un ‘infermiera in cerca di relazioni non convenzionali. . Bella elegante, frequenta gli appuntamenti al buio, ed è proprio li che conosce Tor (Tayo Cittadella Jacobsen), e le sperimentazioni iniziano, in modo libero. “Siamo incoraggiati a riconoscere i nostri impulsi, a crederci, spiega il regista. “Abbiamo lavorato senza tensioni”, aggiungono gli attori, le sfumature vengono dai dialoghi, perché l’amore è collegato alla felicità” . Parliamo in ultimo di “Il tempo che ci vuole”, film fuori concorso d Francesca Comencini. Protagonisti Fabrizio Gifuni e Romana Maggiora Vergano, padre e figlia, in un susseguirsi di grandi lezioni di vita e di cinema. Un’infanzia felice e l’adolescenza macchiata dalla droga, mentre sullo sfondo le vicende drammatiche degli anni di Piombo in Italia. “Questo film è un racconto molto personale, ha dichiarato la regista,”i ricordi sono ancora dentro di me, vividi e intatti. Spero che questo racconto sia capace di avvicinarsi ad ogni adolescente, prima che la favola si incrini e si diventi ribelli. Sarebbe una delusione”.

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