Finalmente torna in gara il cinema italiano con “Campo di battaglia”, il film di Gianni Amelio
Finalmente torna in gara il cinema italiano con “Campo di battaglia”, il film di Gianni Amelio, ambientato nel 1918, anno conclusivo della prima guerra mondiale. Il regista in un gioco ad intrecci, mette in scena personaggi forti e sicuramente indimenticabili. Amelio, grande conoscitore dell'animo umano, anche questa volta non si risparmia nel mostrare la drammaticità della vita e della morte, divisa tra le atrocità del conflitto , il massacro dei soldati e la spagnola un'epidemia che uccise migliaia di persone. Come interlocutori sceglie attori giovani, ma di grande rilievo, partendo da Alessandro Borghi, nel suo ruolo migliore. La storia ci porta indietro nel tempo, quando i soldati feriti arrivano nell'ospedale da campo, dove se sopravvivevano dopo le amputazioni, erano rispediti a casa come invalidi, altrimenti tornavano a combattere. Tutto veniva deciso da due medici, Stefano Zorzi (Borghi) , che aveva pietà per questi giovani italiani che venivano da varie città del Sud e del Nord, di cui non conosceva i dialetti, ma ne comprendeva il terrore e la voglia di fuggire,e l'amico e collega Giulio Farradi. ((Gabriel Montesi), che al contrario di lui, viveva per l'amor patrio ed era convinto che qualche soldato ea pronto a procurarsi delle gravi ferite per tornare a casa, quindi lo considerava un traditore. Ad aiutarli l'infermiera Anna (Federica Rossellini) , di cui erano entrambi innamorati. Il film sarà nei cinema dal 5 settembre. Ne parliamo con il regista:
Amelio, le sue riflessioni sul fllm...
“Ne sono contento, ma ho un modo di lavorare che non è compreso da molti registi. Uno dei motivi è che non parto dal -sentito dire- ma devo capire fino in fondo cosa devo mettere in scena”.
Un grande lavoro lungo 50 anni...
“Dove prima di girare cambio le scene. Devo essere certo che tutto sia perfetto. Ho sei, sette versioni della sceneggiatura, sapendo che il film sarà un'altra cosa”.
Perchè un film di guerra'
“Sembrano fatti irreali, ma ogni sera la tv ci informa che non è così. Accade di tutto, ci mandano immagini di morte, che vengono consumate nel terrore. Arrivano notizie di guerra e di giovani che combattono. E che muoiono.”
Lo vedremo anche in tv?
“Questo è un film che non va visto in tv, ma nelle sale. E' un film sulla guerra, non di guerra.”
E' un film molto forte e anche bello. Un ricordo particolare?
“Una lettera scritta da un soldato che diceva: la dovete dare al prete che ci ha insegnato a pregare. Oggi, vorrei bestem...Ci sono tanti soldati nel film e tanti dialetti. C'è la semplicità di giovani , come un pugliese che dice: quando finisce la guerra e guarisco, venite a mangiare a casa mia
Sono momenti emozionanti, che fanno parte della realtà .
“Il film è stata una scoperta continua, ci mette davanti tematiche important, sia quella del giusto, che del sbagliato. Il regista è un “pazzo”,ma questo si sa”.