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Il premio Oscar Giuseppe Tornatore a Taormina per il documentario su Guttuso annuncia: "Sarò giurato al Festival di Venezia" 

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Incontrare il Premio Oscar Giuseppe Tornatore è sempre una grande emozione. Nonostante il nostro lavoro ci dia la possibilità di intervistare importanti personaggi del cinema, lui resta il più grande, un uomo, un regista e un autore che ci rende orgogliosi di essere italiani. Nei suoi film ha raccontato storie dove l'amore, non è mai mancato, come la forza e il coraggio che altri non hanno avuto. Ma anche storie umane che ha messo in scena indagando la realtà delle persone, senza mai provocare il silenzio nel giudizio del pubblico. I suoi film non ti bastano mai, li rivedi nuovamente e ti innamori di ciò che raccontano. Forse, vorresti essere tu a viverle quelle storie al di là dello schermo, perché sono viaggi straordinari, dove impari la vita. Al regista è stato consegnato anche il Nastro D'Argento Speciale.
 
Maestro Tornatore, ha confermato che sarà in giuria alla Mostra di Venezia, cosa ne pensa?
“Mi sento come un bambino che va al luna park...”
 
Oggi è qui per la presentazione del suo documentario “Diario di Guttuso”, girato nel 1982. Come nacque questo incontro?
“Ho sempre avuto la passione per la pittura, da ragazzino dipingevo i carretti siciliani. Guttuso non lo incontravo da 40 anni, ero giovane, avevo 29 anni e l'ho girato con passione di lui c'è tutto”.
 
Ha sottolineato: passioni, ideali e creatività. Anche per lei è ancora così?
“Sempre! Anni fa girare era molto più complicato, c'era molto lavoro. Oggi ci sono mezzi che facilitano gli incontri e le idee”.
 
Nel documentario, Guttuso cita anche Francesco Rosi, e il suo cinema verità.
“Rosi sosteneva che un regista, per quanto onesto e capace di raccontare realtà contrastanti, non poteva mettere in scena la verità perché non era riproducibile. La frase che aveva detto a Guttuso era: la verità è una cosa, la realtà è un’altra”.

Guttuso, rivela molte cose, le amicizie, i sogni, gli incontri, il successo internazionale...
“Infatti, ha avuto fiducia in me, mi ha raccontato la sua vita partendo da quando era un ragazzino e giocava a villa Palagonia, vicino Bagheria, eravamo tutti e due di questa città”.
 
Qual è la frase più incisiva che diceva Guttuso?
“Gli ideali sono importanti, come credere nel proprio lavoro”.
 
Perché ha abbandonato il progetto di una serie su “Nuovo cinema Paradiso”? Negli anni in cui girò il film, le fecero girare anche la serie.
“Me lo chiese il produttore, ma non si sapeva se una serie poteva avere successo., mentre il produttore Goffredo Lombardo, era convinto del contrario. Girai contemporaneamente film e serie, Accettai pur di fare il film”.
 
Un film conosciuto e applaudito in tutto il mondo. Cosa ricorda?
“Mi lasciai sedurre da questa storia, ho avuto ragione”.
 
Il successo?
“La ricetta per ottenerlo non l'ha mai scoperta nessuno, e dico, per fortuna. Ho più paura di un progetto che può sedurmi che di una infatuazione”.
 
So che in cantiere ha un documentario e un nuovo film, ma non ne parlerà con nessuno prima che si realizzi. Da regista, come si sente?
“Nel giusto, sono coerente, quando mi fisso con una storia mi sento come un orologio che non da l'ora esatta”.
 
Perché?
“E' un amore che devi vivere fino in fondo, se ci credi, non puoi farne a meno”.

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