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Na dimanna de matrimognio, Cechov in vernacoliere a Rocca di Papa

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Da lacrime agli occhi. E non di tristezza. Far ridere è molto più difficile che far piangere. Molto, molto di più. Si sa, e non è un detto: in teatro, cinema, letteratura. Che sia immagine, parola, gesto o tic, strappare un liberatorio e sonoro abbandono è impresa titanica, spesso artificiosa anzi che no, aiutata (grossolanamente) dall’uso strumentale (sovente improprio) di volgarità o turpiloqui.
Figurarsi poi quando a farlo, e senza artificiosi ausili, è nientepopodimeno che Anton Pavlovič Čechov, sì, proprio lui, tra i sommi padri su in cima all’olimpo letterario.

Vero è che, nella insuperabile produzione del gigante russo appaiono, qua e là disseminati, racconti ironici e tracce di arguta comicità, parenti però più del brillante sarcasmo che di altro. Qui invece, magno cum gaudio, l’operazione in vernacolo – ardita solo sulla carta – ambisce a punte massime di elegante, empatica originalità. E le raggiunge.

Ironia fuori schema per un copione super classico il quale già ottenne nella Capitale, testimone qualche anno fa il Teatro India, una platea di risate a scena aperta e oltre quindici minuti di applausi. Senza contare il successo al ”Festival Contaminazioni 2019" e i due premi SIAE, come miglior traduzione e adattamento, e come miglior interpretazione scenica.

La storia, dunque, si ripete, ancora una volta in un’imperdibile data che ripropone quel testo recitato in romanesco, un ruzzarello in atto unico abbigliato di tutto punto, in poco meno di un’ora di franca spensieratezza.
 
Michele Enrico Montesano, non solo giovane attore di rara completezza ma anche autore sopraffino non nuovo a esperimenti desueti, ne firma la regia e ne traduce il testo insieme a Anastasia Doagà, con l’esilarante adattamento linguistico di Tonino Tosto.
 
DATA UNICA - domenica 7 luglio ore 21
Rocca di Papa, Piazza Claudio Villa.
 
Interpreti: Ciro Borrelli, Adele Cammarata e Flavio Francucci
Assistente alla regia Francesca Florio
Scene Miriam Leonetti
Costumi Valeria Onnis
Grafica Caterina Rossi

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