Giubileo, "lavori in ritardo, finiranno nel 2026". FdI: "Ennesimo flop di Gualtieri"
Il 24 dicembre 2024, alle ore 16.30, si apre la Porta Santa di San Pietro e comincia ufficialmente il Giubileo 2025, un evento che porterà a Roma 32 milioni di visitatori. Peccato però, riporta il sito ageei.eu "che la maggior parte delle opere urbanistiche destinate a rendere vivibile la città non sarà pronta per quel giorno, ma addirittura alcuni lavori termineranno nel 2026".
Al momento, si legge ancora, "il 73% delle opere" per il Giubileo "sono in ritardo, come emerso dalla 13esima riunione della cabina di regia convocata la settimana scorsa a Palazzo Chigi".
"Siamo molto preoccupati dallo stato degli interventi legati al giubileo. Più del 60% delle opere sono ancora in fase di progettazione ed i cantieri avviati sono solo il 26% del totale", scrivono in una nota Giovanni Quarzo, Rachele Mussolini, Federico Rocca, Maria Cristina Masi, Stefano Erbaggi e Francesca Barbato, consiglieri di FdI in assemblea capitolina. "Nonostante i poteri commissariali conferiti al sindaco dal governo e l’enorme quantità di risorse a disposizione di Roma Capitale, le opere del giubileo rischiano di essere l’ennesimo flop di questa amministrazione".
"Comprendo le preoccupazioni espresse dal gruppo capitolino di Fratelli d'Italia sulla lentezza degli interventi per il Giubileo. Il governo pone attenzione massima per la Capitale e sin dal primo provvedimento con cui si è finanziata la Metro C per 2 miliardi 300 milioni ha dimostrato uno spirito collaborativo massimo per il bene di Roma, per renderla adeguata alle altre grandi capitali europee e affinché sia accogliente per l’importante evento giubilare", dichiara in una nota la senatrice di FdI Lavinia Mennuni. "Auspico che la giunta capitolina, a fronte delle grandi risorse conferite dal governo, e dei poteri speciali conferiti al sindaco in qualità di commissario per il giubileo, non sprechi questa grande occasione e operi di buona lena nei mesi che ci separano dall’evento affinché Roma possa risplendere".