Ensarco, bilancio 2023 approvato con un deciso "no" all'aumento dei contributi
L’Assemblea dei delegati della Fondazione Enasarco nella seduta del 5 aprile ha licenziato il bilancio 2023 con il voto favorevole del 90% dei delegati presenti e ha detto no ad aumenti contributivi a carico degli iscritti, approvando il nuovo testo dell’art. 29 del Regolamento delle Attività istituzionali. La modifica regolamentare ha registrato il consenso pressoché unanime delle rappresentanze degli agenti, ad eccezione solamente dei 5 delegati CGIL CILS e UIL e dei rappresentanti delle ditte preponenti, contrari unicamente n. 4 delegati Confcommercio e Confindustria.
“Il bilancio 2023 evidenzia un risultato economico positivo di euro 237 milioni” ha dichiarato il Presidente della Fondazione Alfonsino Mei, “a cui si aggiungono euro 39 milioni di risultato del FIRR, per un valore complessivo di euro 276 milioni. Il patrimonio della Fondazione cresce ad 8,7 miliardi di euro, +5% rispetto al 2022. La riserva legale, corrispondente al patrimonio netto, è pari ad euro 5,8 miliardi, contro euro 5,6 miliardi del 2022 e rappresenta 5,43 volte il valore delle prestazioni previdenziali 2023”.
“Sul fronte della gestione finanziaria”, ha poi precisato il Presidente Mei, “i proventi finanziari lordi sono passati da euro 145 ad euro 177 milioni, con un incremento del 20% circa. Le valutazioni e le stime hanno pesato sul bilancio 2023 per euro 59 milioni, di cui euro 53 milioni riguardanti l’accantonamento per la perequazione delle pensioni, tema che si avvia oramai alla soluzione con conseguente recupero del valore accantonato e crescita del patrimonio e della tutela degli iscritti alla Fondazione”. Nel corso del 2023, l’Organo amministrativo è intervenuto sulla gestione della Fondazione operando scelte doverose, sia per ciò che riguarda la gestione della previdenza e del welfare, sia nella gestione dell’ingente patrimonio degli iscritti.
Sul tema dell’adeguamento delle prestazioni previdenziali, determinanti sono stati il senso di responsabilità e la lungimiranza, oltre che delle Parti sociali, del Governo, in particolare, dei sottosegretari del Ministero del Lavoro e dell’Economia, che hanno permesso il raggiungimento dell’obiettivo senza svilire l’autonomia gestionale delle Casse, che, se proficuamente esercitata, è garanzia di efficienza, di tutela e salvaguardia degli iscritti.
La strada intrapresa dimostra che la Fondazione è un corpo intermedio autonomo, in grado di iniziative sussidiarie di interesse generale, con risorse provenienti dalla categoria professionale rappresentata, senza alcun contributo direttamente riveniente dal circuito politico-istituzionale ed in grado di generare valore per la collettività rappresentata.