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Pirelli, annual report 2022: un dibattito sull'intelligenza artificiale

In "MA(N)CHINE LEARNING" il contributo di scrittori e artisti di fama internazionale

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L’essere umano dotato di ingegno, creatività, fallibilità e difficoltà di imparare dal proprio passato, da un lato. La macchina, concentrato di intelligenza artificiale, velocità, infallibilità e capacità di imparare dagli errori, dall’altro. È su questa dicotomia che si concentra il progetto editoriale dell’Annual Report Pirelli 2022 “MA(N)CHINE LEARNING”, dove scrittori e artisti di fama internazionale sono stati invitati ad affrontare il tema dell’intelligenza artificiale utilizzando il proprio stile narrativo.

Gli scrittori Hanif e Sachin Kureishi, Peter Cameron e Nicola Lagioia, il Direttore Scientifico dell'Istituto Italiano di Tecnologia, Giorgio Metta, e cinque manager Pirelli che lavorano quotidianamente con l’intelligenza artificiale sono i protagonisti del Bilancio di quest’anno. Il volume contiene anche un testo generato da chatGPT, il chatbot basato sull’IA e sull’apprendimento automatico, interrogato sulla tematica della relazione tra uomo e macchina, su errore e infallibilità.

“Le aziende sono punti di snodo della società dove convergono persone, si realizzano connessioni, si incontrano e scontrano culture, dove il sapere umanistico si amalgama con quello scientifico. Ogni anno – spiega Maurizio Abet, Senior Vice President Communication and Brand Image di Pirelli – nel nostro bilancio proviamo a ragionare sulle nuove tendenze o su realtà che non hanno ancora preso una forma definitiva, ma che vediamo avanzare. È la capacità di abitare questo sfasamento temporale, tra la percezione di un fenomeno e il suo accadimento, che permette di costruire una narrazione della contemporaneità che ci aiuta a non invecchiare. È un racconto che quest’anno facciamo con il supporto di Nicola Lagioia, Peter Cameron e Hanif Kureishi.”

 

I testi sono accompagnati dalle vignette di Liza Donnelly, tra le più celebri cartoonist degli Stati Uniti, firma autorevole del New Yorker, che già nel 2012 era stata una delle protagoniste del Bilancio di Pirelli. Per questa occasione, con le sue 5 vignette ha voluto interpretare in chiave ironica e surreale quello che sembra essere per l’artista un vero e proprio “contrasto” tra le persone, con le loro imperfezioni, e la macchina che, non riuscendo a intuire l’illogicità e la fallibilità degli umani, li supporta grazie alla sua perfetta e fredda razionalità.

Un dibattito a più voci che vuole contribuire a rispondere alle domande che il rapido sviluppo dell’intelligenza artificiale sta facendo nascere in ognuno di noi. Ci ritroveremo a lasciare prima o poi il campo alla perfezione della macchina vittime della nostra stessa fallibilità? O forse sarà proprio quest’ultima, insieme a tutto quello che contraddistingue di più l’essere umano, ossia il libero arbitrio, l’emotività, il genio, a riportarlo sempre al centro del suo destino e dell’evoluzione tecnologica?

 

 

I TESTI CONTENUTI NEL VOLUME “MA(N)CHINE LEARNING”
Nel testo “Writing with artificial intelligence” Hanif Kureishi e suo figlio Sachin, nonostante la creatività propria di scrittori e sceneggiatori, non demonizzano l’uso di piattaforme guidate dall’intelligenza artificiale per comporre testi. Ne sottolineano, invece, le potenzialità ma anche i limiti (oggettivi) a livello creativo che queste tecnologie presentano, nella convinzione che “un testo senza autore è come una bella automobile senza motore: non avrà mai alcun significato culturale né storico. L'autenticità è soggettività, e la soggettività è la linfa vitale di una storia”.

Lo scrittore statunitense Peter Cameron affida il suo pensiero al racconto “Perfect time”, in cui sceglie di mettere al centro l'uomo e il suo rapporto con la macchina che evolve e cambia nel tempo, anche se alle volte è figlio di consuetudini a cui non vogliamo rinunciare proprio come la protagonista, Mrs Wendall: “Le piaceva aprire lo sportello di vetro che proteggeva il quadrante, inserire la chiavetta di ferro nel foro accanto al numero II, una boccuccia minuscola aperta nel posto sbagliato, e girare lentamente e con delicatezza come le aveva insegnato sua madre, in modo che i pesi racchiusi nella colonna risalissero le catenelle filigranate”.

Nel testo “Errare è umano, per fortuna”, lo scrittore Nicola Lagioia sottolinea che i progressi dell’intelligenza artificiale si basano sulla capacità di imparare dai propri errori, anche se questo non la rende infallibile. Anzi la sua cieca infallibilità potrebbe avere potenzialmente degli effetti catastrofici: “La base d’apprendimento dell’intelligenza artificiale è squisitamente umana ma lo è soprattutto in senso quantitativo e combinatorio, dal momento che prescinde dai nebulosi processi biologici su cui poggiano i nostri ragionamenti. I sistemi di machine learning attingono dalle nostre esperienze, dai nostri comportamenti: li ottimizzano, li perfezionano, li potenziano”. 

In “La Nuova Elettricità”, analisi sull’interazione fra uomo e macchina, Giorgio Metta, Direttore Scientifico dell'Istituto Italiano di Tecnologia, sostiene che l’intelligenza artificiale è un’invenzione di portata superiore rispetto a quella dell’elettricità che all’epoca aveva rivoluzionato le nostre vite. Non è, infatti, solo tecnologia, ma qualcosa che cambia la prospettiva in cui l’uomo conduce la scienza e sviluppa altra nuova tecnologia: “Come cent’anni fa fece l’elettricità, l’IA diventerà la condizione necessaria e indispensabile per garantire una più alta qualità della vita”. 

Sulla tematica relativa alla capacità di imparare dai propri errori da parte dell’uomo e da parte della macchina, ha risposto anche Chat GPT, software di intelligenza artificiale, che in maniera “diplomatica” ha spiegato: “Gli esseri umani sono creature emotive. Anche se possono capire intellettualmente le conseguenze delle loro azioni, possono essere guidati da desideri immediati, bisogni emotivi o abitudini radicate”. Mentre, dall’altro lato, ha spiegato: “Quando un algoritmo di IA commette un errore, i dati di quell'errore vengono utilizzati per aggiustare l'algoritmo in modo che non ripeta lo stesso errore in futuro. Questo processo è detto "apprendimento supervisionato"”. Il testo si conclude con una riflessione da parte della macchina su come l’IA nel futuro aiuterà l’uomo a ridurre i margini di errore in molti ambiti, ma eliminare completamente la possibilità di commetterli sarà impossibile: “Gli errori sono parte integrante dell’esperienza umana e dell’apprendimento”.

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