Paperinik a Montecitorio, Fabio Rampelli svela il suo talento
C’è chi, una volta arrivato nelle stanze dei bottoni, fa di tutto per esibire il potere attraverso pezzi pregiati d’antiquariato e con quadri dai prezzi stellari. Nei palazzi della politica, tra Palazzo Chigi, ministeri e aule parlamentari si litiga anche per accaparrarsi le tele di De Chirico alla Camera, la scrivania di Quintino Sella al Mef, quella di Mussolini al Mise. C’è però anche chi preferisce personalizzare lo studio con pezzi più pop. Anzi nazional popolari. È il caso di Fabio Rampelli, vicepresidente della Camera di Fratelli d’Italia, che essendo architetto ha dato sfogo alla creatività alleggerendo l’austero ufficio con il suo singolarissimo estro artistico a costo zero. Tra mobili del Basile e lampadari di Murano, poggiata in bella vista sugli scaffali della libreria alta 5 metri, sfila la collezione di Paperinik, posta proprio accanto ai discorsi parlamentari di Giorgio Almirante e Enrico Berlinguer.
Paperinik nello studio di Montecitorio non è passato inosservato e una mattina è comparso direttamente sullo scranno presidenziale. Poco prima dell’apertura dell’aula, infatti, Rampelli ha ricevuto il suo disegnatore, il fumettista Fabio Celoni, che ha creato un Paperinik tutto per lui. Il disegno su foglio a 4 è stato immortalato in una foto sulla postazione della presidenza poco prima dell’inizio dei lavori: “In un periodo difficile, per molti drammatico, una pennellata di leggerezza non guasta. Oggi è venuto a trovarmi, insieme all’amico barlettano Oronzo Cilli, Fabio Celoni, disegnatore di Paperinik – ha spiegato Rampelli sulla sua bacheca Facebook- Ecco la sua opera, con dedica, che campeggia ora sul banco della presidenza. In epoca critica può essere utile avere un supereroe per amico, se poi non è muscoloso, violento e metallico, se è un personaggio sobrio, umile, concreto e scanzonato porterà allegria e, magari, un po’ di fortuna. Grazie a Oronzo e a Fabio per la gradita visita”.
In realtà la creatura di Walt Disney non è l’unica icona pop nello studio di Rampelli. Tra i simboli più politicamente rilevanti, la nuova bandiera dell’Unione Europea appesa da quando circa due anni, da quando cioè il vicepresidente rimosse il vessillo ufficiale, quello blu e con 12 stelle gialle (benché gli Stati aderenti siano 27) in polemica contro Bruxelles. La bandiera d’ordinanza, fornita in dotazione in tutti gli uffici dello Stato insieme alla bandiera italiana, ora è riposta dietro una tenda ben nascosta. Mentre un altro vessillo del tutto personalizzato è incorniciato tra la scrivania presidenziale e la finestra che dà su una splendida piazza Montecitorio. Il nuovo vessillo, sempre di tessuto, forma un cerchio composto da tutte e 27 le bandiere nazionali degli Stati che fanno parte dell’Ue. Non più stelle gialle su sfondo blu quindi, ma stelle con i colori nazionali sempre su sfondo blu. Il disegno è stato ideato da Rampelli ma realizzato da un sarto romano molto famoso che vuole restare anonimo. L’intenzione, a detta di Rampelli, è quella di far sostituire la bandiera attuale che nega le identità nazionali con quella creata da lui che, viceversa, le valorizza, secondo il principio caro alla destra, l’ ‘Europa-Nazione’.
Un altro quadro è quello del finto Caravaggio, una tela a olio che riprende uno dei quadri più famosi del pittore ‘chiaroscurista. Una ‘natura morta’ regalatagli da Gianluca D’Aversa, un simpatizzante residente a Corviale, guardia giurata ora senza lavoro, nel corso di una visita nel suo ufficio gli regalò un perfetto falso d’autore. D’Aversa, pittore autodidatta, dipinge solo l’artista barocco. Rampelli, per dargli una mano nel corso delle sue trasmissioni su Facebook, le dirette ‘Caffè scorretto’, ha messo il quadro all’asta, e l’opera ha raggiunto la quotazione di 650 euro. Ma Rampelli vorrebbe venderla a un prezzo più alto e dare l’incasso all’artista autodidatta. Ovviamente senza alcuna commissione.