George Floyd, L'Oreal cambia la storia: vietata la parola "sbiancante" per i suoi prodotti cosmetici
Dunque, abbronzante, scurente, pigmentante, nero, sono termini che possiamo continuare ad usare. Sbiancante, bianco, chiaro, illuminante, sono termini da razzisti. Lo ha stabilito il gruppo francese L'Oreal. Il colosso francese che si è fatto evidentemente un po' prendere la mano dal caso George Floyd, l'afroamericano ucciso dalla polizia a Minneapolis, ha deciso "di ritirare le parole bianco/sbiancante (white/whitening), chiaro (fair/fairness, light/lightening) da tutti i prodotti destinati a uniformare la pelle" si legge in un comunicato pubblicato in inglese.
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Non ancora chiaro se i prodotti già in commercio saranno ritirati, ma soprattutto come dovranno regolarsi i clienti per farsi comprendere quando dovranno andare a cercare un prodotto. Cosa diremo per richiedere magari uno sbiancante per i denti, uno schiarente per il viso contro le macchie o uno per i capelli. Quando cercheremo prodotti per la pulizia del viso, i punti neri, che rappresentano sicuramente un fattore negativo, come saranno chiamati d'ora in poi?
La decisione giunge dopo quella della filiale indiana del gruppo Unilever che ha scelto di ribattezzare la sua crema sbiancante per la pelle commercializzata con il nome di "Fair & Lovely". Il marchio ha promesso di non ricorrere più alla parola "Fair" in quanto si dichiara "impegnata a celebrare tutti i toni della pelle".
Intanto ieri sull'onda Floyd a Philadelphia hanno fatt sapere che non ne vogliono più sapere della statua di Cristoforo Colombo. La città ne pianifica la rimozione, hanno fatto sapere dall'ufficio del sindaco Jim Kenney, secondo cui le tensioni tra chi la vuole e chi no sono arrivate al punto di costituire una «situazione preoccupante per la sicurezza pubblica». La città chiederà alla Philadelphia Art Commission di autorizzare la rimozione della statua il 22 luglio, dopo le proteste e la furia scatenate negli Stati Uniti dalla morte di Floyd.