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Aumenterà il contingente italiano in Afghanistan

La Russa incontra Petraeus. Impegno italiano a inviare altri 800 soldati per istruire le forze autoctone
di Roberto Amaglio sabato 16 ottobre 2010

2' di lettura

Certo la decisione non è popolare, ma tanto è emerso quest'oggi dall'incontro con il generale David Petraeus, comandante delle truppe ISAF in Afghanistan: il contingente italiano nel Paese, infatti, aumenterà entro la fine dell'anno di altre 1000 unità, in vista di una exit strategy che dovrebbe iniziare a "obiettivi raggiunti". Incontro - Nella conferenza stampa a Milano tra il generale statunitense e il ministro della Difesa, La Russa ha confermato la disponibilità a inviare nuove truppe di soldati e addestratori delle forze afghane. "Abbiamo confermato che entro la fine di quest’anno - ha detto il ministro italiano - i nostri uomini saliranno a 4mila, e che vi è disponibiità per i primi mesi del 2011 di un ulteriore incremento per quanto riguarda un ulteriore numero numero di addestratori che sarà deciso dal presidente Berlusconi". Fra i 4mila uomini saranno presenti 500 militari con funzioni addestrative che potrebbero, secondo quanto ha riferito il ministro, anche salire a 600 o 650, portando così la presenza militare in Afghanistan a 4.150 uomini. Su questa decisione, La Russa ha aggiunto che comunque la scelta dovrà essere ufficializzata da una decisione del governo e di Berlusconi". Bombe sugli aerei - Il ministro della Difesa, inoltre, ha ribadito che la questione dell’eventuale armamento dei nostri aerei impegnati in Afghanistan con bombe è una questione nazionale, che non riguarda quindi il generale Petraeus. "Non ne abbiamo discusso tanto perchè conosciamo reciprocamente la situazione. La Nato e il comando Isaf prevedono, anzi, auspicano che ogni mezzo abbia un armamento completo, quindi si tratta più di una nostra valutazione che faremo da qui al vertice di Lisbona, in programma a novembre". Exit strategy - A tenere banco, però, non è l'invio di nuove truppe, bensì le strategie per terminare la missione iniziata nel 2001. "Più che le date - chiosa La Russia -, abbiamo in mente gli obiettivi e oggi l’obiettivo tassativo è quello di restare in Afghanistan, addestrare le forze locali in modo da consegnare sempre più territori sotto la loro responsabilità. Guai a fissare un mese, un giorno o un anno preciso per il ritiro".

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