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Allarme Fiom, Maroni convoca Epifani

Tensione per il corteo dei metalmeccanici. Il ministro teme infiltrazioni di gruppi anarchici anche stranieri
di Roberto Amaglio sabato 16 ottobre 2010

4' di lettura

Vertice segretissimo al Viminale tra il capo degli Interni, Roberto Maroni, e il leader della Cgil Guglielmo Epifani. Oggetto del colloquio, la questione sicurezza per la manifestazione di sabato a Roma dei metalmeccanici. Ma nulla è trapelato sulle decisioni prese o sulle riflessioni dei due leader. Ieri Maroni ha parlato di un'altra giornata ad altissimo rischio. Nemmeno il tempo di digerire la serata da bollino rosso di Genova e le conseguenti polemiche politiche, e c'è da gestire il corteo della Fiom dove, secondo il ministro leghista, "il rischio di infiltrazioni di facinorosi è elevato". Si parla anche di possibili infiltrazioni di gruppi anarchici, finanche stranieri ("speriamo non siano serbi", ha aggiunto sorridendo il ministro ieri sera parlando a Porta a Porta) Guglielo Epifani, il leader della Cgil, ieri sera, ospite ad Annozero, ha detto che di trovare "un po' strano che il ministro Maroni lanci un allarme senza parlare con gli organizzatori. Se si fa così il sospetto é che ti lavi le mani rispetto ai rischi". Maurizio Landini (Fiom) ha replicato al ministro. "E' sbagliato e pericoloso alimentare un clima mediatico che cerca di modificare il senso e le ragioni della manifestazione del 16 ottobre. Comunque garantire la sicurezza e l’ordine pubblico nel Paese è un compito e una responsabilità istituzionale del ministero dell’Interno. Ciò è ancor più vero se il ministro Maroni parla di possibili infiltrazioni di gruppi stranieri che, com'è noto, non sono metalmeccanici, nè tantomeno sono stati invitati al corteo". Allerta - Intervenendo alla registrazione del programma "Porta a porta", Maroni alza il livello di guardia. "Come hanno detto le analisi dei nostri servizi, il rischio è che alcuni gruppetti, non certo le 20 o 40 mila persone che sfileranno pacificamente, staccandosi vadano a spaccare vetri. L'occasione è troppo ghiotta per l’infiltrazione nella manifestazione anche da parte di gruppetti stranieri. Ma la nostra attenzione sarà massima". Clima rovente - Del resto il clima politico e sociale in Italia non è dei migliori in questo caldissimo mese di ottobre. A tal proposito il ministro Maroni ha invitato a non sottovalutare alcuni episodi avvenuti recentemente e troppo spesso etichettati come "ragazzate". "A Padova mercoledì alcuni esponenti di un centro sociale, tra l’altro invitati alla manifestazione di sabato, hanno occupato la sede di Confindustria padovana imbrattando i muri. Dobbiamo tutti prendere le distanze da episodi come questo". Nessun rischio, invece, per l'Italia dei Valori, in piazza sabato a fianco della Fiom. "Quella di sabato è una manifestazione sindacale con parole d'ordine molto precise quali diritto al lavoro e legalità -hanno affermato in una nota congiunta il leader dell'Italia dei Valori, Antonio Di Pietro, e il responsabile lavoro e welfare del partito, Maurizio Zipponi -. Una grandissima protesta pacifica contro il governo Berlusconi. Nel 2003 la caduta di Berlusconi iniziò proprio da una grande manifestazione nazionale al Circo Massimo a Roma. Anche oggi, il governo Pdl-Lega è sempre più distante dai lavoratori, dai precari, dagli artigiani, dalle piccole e medie imprese e dalle partite Iva. Quindi, gli unici a guadagnarci, nel caso ci fossero azioni isolate e sconsiderate, sono proprio Maroni e Sacconi. Se accadesse qualcosa, a loro due bisognerà chiedere conto. Il richiamo del ministro dell'Interno a tempi bui rischia di essere letto dall'opinione pubblica come un suo auspicio, e da oggi se ne assuma le responsabilità". Le adesioni tra i politici - Sì, deciso, di Nichi Vendola, Antonio Di Pietro, Paolo Ferrero e Oliviero Diliberto. Per il Pd, invece, la cosa è più complessa. La manifestazione della Fiom in programma domani a Roma chiama in causa, ovviamente, il mondo politico. L'appuntamento trova pronta a rispondere la sinistra, con l'aggiunta dell'Italia dei valori. Mentre crea più di un problema al Pd. Come avviene ormai da un pò, la linea del partito è quella di non aderire a manifestazioni che non sono promosse dagli stessi democratici. Ciò detto, chi vorrà potrà andare a sfilare con i metalmeccanici. Così, in piazza ci sarà una nutrita pattuglia di dirigenti democratici in rappresentanza di un'area che attraversa trasversalmente il partito. Tra questi, Cesare Damiano, Stefano Fassina, responsabile Economico, membro della segreteria e tra i più stretti collaboratori del segretario, Paolo Nerozzi, Vincenzo Vita, Barbara Pollastrini; Matteo Orfini, Sergio Cofferati, Ignazio Marino, Roberto Della Seta del MoDem. Walter Veltroni da tempo aveva in agenda un incontro a Milano per stasera che lo terrà nel capoluogo lombardo anche per parte della giornata di domani. Non ci sarà Dario Franceschini. Chi mancherà per scelta precisa, invece, sono i moderati che ritengono un grave errore aderire alla manifestazione. Per essere chiari, Enrico Letta e Beppe Fioroni.

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