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L'Fbi arresta dieci presunte spie russe. Putin: "Relazioni a rischio"

Per i russi "manovra per discreditare Obama", ma il giudice Cott tiene in carcere gli indagati
di Roberto Amaglio mercoledì 30 giugno 2010

2' di lettura

Se non si può rievocare lo spettro della Guerra Fredda che per anni ha gettato il mondo nel panico di un conflitto atomico in grado di cancellare l’umanità intera, sicuramente l’arresto da parte dell’Fbi di dieci spie russe ha riportato molti indietro con la memoria. L’operazione che ha portato all’arresto di dieci persone russe con false generalità ha infatti riattivato quel confronto politico e diplomatico tra le due potenze internazionali. Mezze frasi dette, sarcasmo, dure prese di posizione: il confronto dialettico tra Washington e il Cremlino in queste ultime ore ricorda molto quello Nikita Sergeevič Chruščёv e John Fitzgerald Kennedy tra il settembre e l’ottobre del 1962. Sarcasmo russo – Quello dell’arresto sarebbe “un colpo ben assestato contro Barack Obama e al rilancio delle buone relazioni tra Russia e Stati Uniti”. Questo il parere del ministro degli esteri russo Sergei Lavrov. "In ogni caso", ha aggiunto il portavoce del ministero, Andrei Nesterenko, "rammarica che tutto ciò accada sullo scenario di quell'azzeramento delle relazioni tra Russia e Stati Uniti annunciato dall’amministrazione USA. L’operazione del FBI non ha fondamento e vuole raggiungere vergognosi obiettivi". Meno ilare il commento di Vladimir Putin, il quale minaccia un brusco raffreddamento delle relazioni. "Spero che tutti i passi avanti fatti nei nostri rapporti (bilaterali) non vengano danneggiati dai recenti eventi. Speriamo fortemente che coloro che tengono ai buoni rapporti lo capiscano". E su Obama: "Là a casa sua la polizia è fuori controllo, sta gettando gente in prigione". Visita Medvedev – Secondo i rappresentanti del governo russo e numerosi politologi di Mosca, l’operazione dell’Fbi è volta a screditare la politica di apertura ai russi voluta dal presidente Barack Obama, il quale solo cinque giorni prima aveva ricevuto il collega russo Dmitry Medvedev negli Usa non solo per incrementare le relazioni politiche, ma anche per vendergli 50 Boeing, per un prezzo complessivo di 4 miliardi di dollari. La cordialità del titolare della Casa Bianca era stata rimarcata da tutti i giornali del mondo, i quali avevano ritratto i due leader in un fast food di Washington a mangiare insieme hamburger e patatine. L’arresto – Tuttavia il dipartimento della Giustizia Usa difende la sua operazione, forte anche di una serie di prove che dovranno essere dimostrare in sede processuale. Nelle abitazioni delle dieci presunte spie russe (da anni residenti negli Stati Uniti sotto false identità), infatti, sono stati trovati computer speciali, inchiostro invisibile, apparati radio, software per la steganografia. Gli inquirenti sostengono che i russi si interessassero alle strategie politiche ed economiche della potenza a “Stelle e strisce”. Intanto, il giudice James Cott non ha ancora fatto scattare ufficialmente l’incriminazione ai danni di Cynthia, Richard Murphy, Juan Lazaro, Vicky Pelaez e Anna Chapman, ma ha deciso di non rimetterli in libertà, valutando possibile il rischio di una loro fuga. Visti i capi d’accusa (spionaggio e riciclaggio), se dovessero essere riconosciuti colpevoli, i dieci imputati rischiano fino a 25 anni di carcere. Le presunte spie, intanto, negano ogni loro coinvolgimento, affermando di essere comuni cittadini americani, canadesi o peruviani.

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