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L'Idv caccia l'assessore mamma

La scaricata, Maura Pozzati, strappa la tessera del partito
di Michela Ravalico sabato 8 maggio 2010

2' di lettura

Che sia la vigilia della festa della mamma poco c'entra. Epperò a Bologna un'assessore donna dell'Idv, Maura Pozzati, è stata cacciata perché madre di un bambino. "Non avrebbe avuto il tempo necessario per dedicarsi a tutto il lavoro", ha spiegato la coordinatriche regionale Silvana Mura, accusata di essere l'Erode di questa imbarazzante vicenda. La Pozzati, per rappresaglia, ha strappato la tessera del partito. E ora, tra le file del movimento di Di Pietro, c'è chi cerca di recuperare sull'imbarazzante figura scaricando le colpe sulla Pozzati stessa. Un'egoista, approfittatrice, capace di far sentire la sua voce solo perché ha perso la poltrona. Queste le accuse che la base dell'Idv bolognese sta scagliando in faccia all'ex assessore. La vicenda - Pozzati, assessore alla Cultura della Provincia di Bologna,  è stata sostituita dal musicologo Giuseppe De Biasi per il nuovo super assessorato con deleghe alla Scuola, Lavoro, Formazione e Coordinamento delle politiche sulla crisi. La polemica è scoppiata per una frase della coordinatrice regionale Silvana Mura, che pare avrebbe detto: "La Pozzati non avrebbe avuto il tempo di seguire tutte queste deleghe, è anche mamma". Ma la coordinatrice regionale si difende e ricorda che l'Idv dell’Emilia Romagna "è forse il partito più rosa d'Italia poiché sono donne la segretaria regionale, 4 coordinatrici provinciali su 9, il nuovo assessore regionale, oltre a un gran numero di amministratrici". Le accuse contro la Pozzati - Due esponenti dell'Idv bolognese, il consigliere regionale Sandro Mandini e il capogruppo in Provincia Paolo Nanni, replicano alla Pozzati e l’accusano di berlusconismo: "Considera la militanza in un partito utile solo finchè assicura una poltrona, e quando la poltrona scompare cambia immediatamente cavallo". "Chi fa l’assessore - continuano i due - ricopre tale carica non perchè eletto dai cittadini, ma perchè indicato da un partito e accettato dal presidente della provincia o dal sindaco. Dunque vale e si deve accettare anche il percorso inverso. L'astio con cui la Pozzati sta reagendo al suo avvicendamento e la celocità con cui esce dal partito sono gli strumenti più utili per chi vuole farsi un’idea su questa vicenda".

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