Altro che congiura dei giudici. Non c'è nessuna congiura. Bossi e Fini, per una volta, vanno d'accordo. E contraddicono in contemporanea il premier. Fini lo fa dalla tribuna di Sky, il Senatur dal Transatlantico in una chiacchierata con le agenzie di stampa. Un tam tam mediatico sul filo dei minuti. "Non c'è congiura dei giudici contro il governo", è la prima risposta del presidente della Camera nella lunga intervista che ha concesso a Sky. Stesse parole per il capo della Lega: "Mi sembra che i magistrati facciano solo il loro lavoro". E sul caso Verdini, accusato di corruzione dalla Procura di Roma in una storia di investimenti pubblici nell'energia eolica, sostanziale accordo tra i due. Per Fini "Non si deve dimettere da coordinatore del Pdl. La storia recente è zeppa di episodi in cui dopo l'avviso di garanzia le accuse si sono dimostrate non sussistenti". Il leader del Carroccio, invece, si appella al Cav "Dimissioni per Verdini? Bisogna chiederlo a Berlusconi, decide lui... mi fa pena...". E sulla tenuta della maggioranza, non ha dubbi "Non vedo fratture nella maggioranza. Il governo va avanti perché io e il premier lo vogliamo". L'intervista di Fini a Sky- Non si è parlato solo di scandali e appalti. Fini ha risposto a domande sul dl di legge anti corrotti. "Sarebbe stato opportuno una corsia privilegiata per questo dl", ha detto l'inquilino di Montecitorio. E ancora, Fini dice "sarebbe molto molto opportuno non far eleggere per 5 anni chi è indagato". E ancora, sulla battuta del Cav che ci sarebbe troppa libertà di stampa, Fini ribatte "più che un problema di quantità è un problema di qualità. Ma la qualità dell'informazione è connessa alla qualità della politica. Quindi prima che parlare dell'informazione, bisognerebbe guardare in casa propria". La giornalista ha tirato fuori la polemica per l'articolo de Il Giornale, di proprietà del fratello del premier, sulla suocera di Fini. Una spina nel fianco su cui il presidente della Camera non ha cercato conciliazione, neppure oggi. "Il problema non è il direttore - ha spiegato Fini - ma l'evidente conflitto di interessi in cui si trova l'editore". E poi, sul direttore Vittorio Feltri, aggiunge "E' un ottimo direttore e fa il suo dovere, anche se non mi piace", soprattutto perchè a volte "usa la penna come se fosse una clava". Nella raffica di domande, non è mancata quella sul contestatissimo dl intercettazioni, allo studio della commissione giustizia della Camera. Per Fini, è evidente, con il testo di legge allo studio non avremmo saputo niente del caso Scajola. "Se quella legge fosse già in vigore, la gente non saprebbe nulla del caso Scajola". Esauriti i punti più polemici, Fini ha parlato ancora. Di federalismo fiscale, conti pubblici, unità d'Italia ed ha anche ribadito che in qualità di presidente della Camera ha diritto ad avere opinioni politiche. Sulla Lega, l'intervistato dice semplicemente "la Lega è un alleato importante, ma il Pdl non deve andare a rimorchio". E spiega oltre "abbiamo firmato un programma insieme, va rispettato e vanno mantenuti gli impegni. E' essenziale quando si sta insieme per un patto politico però avere una precisa identità e non andare a rimorchio. La Lega è un movimento rispettabile e capace presente però solo in alcune aree del paese".