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La Carfagna preferisce il Gay Pride al Primo Maggio

Messa alle strette nel gioco della Torre alla festa Atreju del Pdl, la ministra butta giù la festa dei lavoratori. Brunetta preferisce il sesso ai soldi
di Michela Ravalico domenica 12 settembre 2010

3' di lettura

I gay e il gay pride non li ha mai avuti in grande simpatia. Tra loro e i sindacati, però, la ministra Mara Carfagna non ha dubbi. Meglio il Gay Pride. Era tardi, ieri sera, alla festa dei giovani del Pdl organizzata da Giorgio Meloni e in corso a Roma. Una festa ribattezzata Atreju, dal nome del protagonista della Storia Infinita, dove domenica sono attesi Silvio Berlusconi e Umberto Bossi. Quest'anno, per movimentare un po' l'happening, hanno messo una torre, alta due metri, su cui vengono costretti a sedersi i protagonisti più in vista dei dibattiti politici. Tanto per capire, nelle ultime serate, si sono accomodati a due metri da terra il ministro Brunetta, il ministro Maroni, Enrico Letta del PD. E dà lì, sono costretti a scegliere tra due alternative terribili. Come, per la Carfagna, tra il Gay Pride e la Festa del Primo Maggio. Ma lei non ha avuto dubbi: tra i gay e i lavoratori? Meglio la festa dell'orgoglio omosex; quella dei lavoratori, che poi è diventata la festa dei sindacati, proprio non le va giù. C'è stata è poi la domanda se preferisse gettare dalla torre il gossip o il mal di denti, e anche qui senza troppi tentennamenti ha dichiarato di preferire di gran lunga il mal di denti. Del resto gli attacchi che la Carfagna ha subito in passato, anche solo per il suo passato da showgirl in tv, sono probabilmente più dolorosi di qualunque nevralgia. L'ultima domanda, con cui i ragazzi di Atreju speravano di mettere in crisi la ministra, è cosa preferisse tra "'mezza Roma" e "tutta Napol". Domanda a doppio senso, visto che il suo fidanzato e futuro marito si chiama di cognome Mezzaroma e lei, invece, è una napoletana doc. La Carfagna ci ha pensato un po' e poi ha lasciato precipitare il mattone con la foto della sua città: "per una volta che trovo qualcuno che mi si sposa, me lo tengo stretto" ha spiegato. Le torri precedenti - Nelle precedenti edizioni del gioco della torre, il ministro Renato Brunetta tra fannulloni e comunisti non ha saputo scegliere e violando le regole del gioco ha buttato giù entrambi, dicendo "tanto per la maggior parte coincidono". Tra sesso e soldi, il professore ha preferito disfarsi dei soldi, tra una cena da solo da Mac Donald’s e una cena con Tremonti, offerta dal ministro dell’Economia, visto che "stiamo uscendo dalla crisi, il Ministro, ha scelto la cena con Tremonti. Poi è stato il turno del ministro degli Interni Roberto Maroni, che fra la "canotta" sdoganata dal leader del suo partito, Umberto Bossi, e la "camicia verde" ha gettato la canotta. Fra la Monarchia che ha Unito l’Italia e i briganti, senza troppe esitazioni ha buttato i Savoia. Infine tra il suo mito musicale Bruce Springsteen e la sua band ‘Distretto 51’, Maroni ha salvato il Boss e si è "buttato" insieme al suo gruppo. Poi è stato il turno del presidente del Pd Enrico Letta. Lui tra il Meeting di Cernobbio e la Festa dell'Unità, ha scelto  la sua festa di partito, tra il vecchio Tex Willer e il giovane Dylan Dog , ha preferito Dylan Dog. Mentre tra Anno Zero e il telefilm che ha segnato gli anni ’80, Drive In,  il presidente del Pd non ha esitato nel gettare dalla torre la trasmissione di Santoro.

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