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Discriminazione: licenziata perché troppo bella

Ma è stata mandata via con la scusa di avere uno scarso rendimento sul lavoro
di Tatiana Necchi sabato 5 giugno 2010

2' di lettura

Essere belle può diventare un problema. E sicuramente lo è stato per Debrahlee Lorenzana, 33 anni ragazza madre di origini portoricane che per la sua avvenenza ha perso il posto di lavoro. A dare la notizia è stato il suo avvocato in un’intervista al free press newyorkese VillageVoice. La donna lavorava per una banca, la Citigroup Bank nella filiale di Manhattan. È stata licenziata la scorsa estate: la motivazione ufficiale è stata per “scarso rendimento”. Ma secondo quanto riferisce la 33enne i problemi son stati ben altri. Sembra che il suo capo le abbia detto di non riuscire a concentrarsi sul lavoro a causa dell’abbigliamento. E da lì la richiesta di indossare dei vestiti più sobri. Dunque banditi pantaloni aderenti, gonne e maglie scollate. La donna, a quel punto, ha evidenziato che le altre colleghe indossavano abiti più succinti ma si è sentita dire: «Ma le loro forme sono diverse dalle tue». «Mi è stato detto che ero troppo attraente – dice Debrahlee  - Quando ho risposto che non sapevo che cosa farci, è scoppiato l'inferno». Da quel momento la vita lavorativa della donna è diventata insopportabile e così ha fatto causa per molestie sessuali. Ma la situazione non è per nulla migliorata poiché l’ambiente è diventato sempre più ostile e doloroso. Debrahlee sottolinea come abbia lavorato duro per raggiungere quell’incarico e che lo stipendio le serviva per sopportare una situazione famigliare davvero difficile: a suo carico la donna ha una figlia di 12 anni, che non è stata riconosciuta dal padre e i suoi genitori. Lei, nonostante adesso sia disoccupata, non si perde d'animo «Finché avrò due braccia e due gambe che funzionano, mia figlia avrà del cibo e un tetto sulla testa». Ma la donna ammette anche di avere un debole, quello dello shopping,  che nasce dalla situazione di povertà cui era costretta da piccina: «Da piccola non avevo neanche i soldi per le scarpe di ginnastica così, a scuola, quando l’ora di educazione fisica, correvo a piedi nudi». Un suo ex collega, Tanisha Ritter, la difende e dice: «Ho visto gli uomini trasformarsi in una manica di idioti di fronte a lei. Ma non è colpa sua se si comportano in questo modo. E non avrebbe dovuto rimetterci».

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