Legittimo impedimento, il pm: incostituzionale

Al processo per i diritti tv di Mediaset il magistrato De Pasquale chiede ai difensori di Berlusconi di non avvalersi della legge, pena ricorso alla Consulta
di Albina Perrisabato 17 aprile 2010
Legittimo impedimento, il pm: incostituzionale
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La legge sul legittimo impedimeno è incostituzionale. Per questo si farà ricorso alla Consulta. Lo dice il Pm di Milano, Fabio De Pasquale, al processo per i diritti tv di Mediaset dove Silvio Berlusconi è imputato di frode fiscale. Per  il pm la legge, nella sua interpretazione letterale e sistematica, rappresenta un caso di "tanto rumore per nulla perché la novità normativa che introduce è veramente modesta". Intervenendo al processo sui presunti fondi neri di Mediaset, il rappresentante della pubblica accusa ha spiegato che questa legge si limita ad ampliare i casi di legittimo impedimento già riconosciuti dall’ordinamento, "ma non dice nulla sul fatto che il legittimo impedimento produca o meno impossibilità assoluta a comparire in aula del presidente del Consiglio".  Tuttavia, aggiunge De Pasquale, se il tribunale dovesse ritenere che la certificazione del segretario generale della Presidenza del Consiglio sull'impossibilità di Berlusconi a partecipare al processo fino alla data del 21-28 luglio, presentata dalla difesa dell’imputato in apertura d’udienza possa portare a un rinvio, saremmo di fronte a "un’interpretazione costituzionalmente illegittima". "In tal caso - afferma il Pm - chiedo di sollevare questione di legittimità costituzionale per contrasto con gli articoli 138 e 101 della costituzione".   Ma la richiesta principale della Procura ai giudice è quella di invitare la difesa Berlusconi a fornire delle date per la celebrazione delle udienza: "Anche di sabato e di domenica", aggiunge il pm De Pasquale.