Elezioni in Svezia, vince il centrodestra di Frederik Reinfeldt

Sconfitto il centrosinistra che puntava sulla candidata Mona Sahlin. Il partiti xenofobo, per la prima volta, entra in Parlamento
di Tatiana Necchisabato 25 settembre 2010
Elezioni in Svezia, vince il centrodestra di Frederik Reinfeldt
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È la coalizione di centrodestra, guidata dal primo ministro Frederik Reinfeldt, a vincere le elezioni politiche, senza però raggiungere la maggioranza assoluta e necessaria a formare da sola un nuovo governo. La vera novità, però, è un’altra: in Parlamento, infatti, entrerà per la prima volta l'estrema destra xenofoba, i Democratici di Svezia (Sd) di Jimmi Akesson, che con circa il 5,7% dei voti hanno superato la soglia necessaria (4%) a conquistare seggi, e ne ottengono 20. In base ai risultati quasi definitivi dello spoglio (il 98% delle circoscrizioni), l'Alleanza di quattro partiti guidata da Reinfeldt ha ottenuto circa il 49,2% e 172 dei 349 seggi del Parlamento. Ma anche un suo secondo mandato sarebbe un'altra prima assoluta in un secolo di storia del Paese scandinavo, dove i socialdemocratici hanno dominato la scena politica per 80 anni. In nottata Reinfeldt, parlando ai sostenitori ha detto che cercherà l'appoggio dei Verdi e ha poi ribadito che non intende allearsi con l'estrema destra. Sconfitto il centrosinistra, che puntava sulla socialdemocratica Mona Sahlin, per recuperare il primato perduto quattro anni fa e che si è fermato al 43,6% circa dei suffragi e ottiene 157 seggi: «Abbiamo perso, tocca all'Alleanza il compito di costruire il governo», ha detto la donna. L'estrema destra di Akesson, 31 anni, da cinque leader di Sd, è da tempo presente negli enti locali e si ritrova dunque a fare da ago della bilancia, nonostante sia Reinfeldt che Sahlin abbiano categoricamente escluso una collaborazione con il partito xenofobo e anti-islamico. «Non li toccherei neanche con le pinze», aveva detto nei giorni scorsi il premier uscente, mentre Akesson aveva tuonato contro gli altri partiti, prevedendo la storica svolta: «Per il semplice fatto di trovarci in parlamento, li spaventeremo e li costringeremo ad adattarsi». Esultante per il "risultato fantastico", Akesson ai sostenitori ha "promesso" che il suo partito non creerà problemi: «Ci assumeremo le nostre responsabilità, è la mia promessa al popolo svedese». In un Paese che ha fatto registrare una ripresa economica tra le più forti in Europa e uno stato delle finanze pubbliche tra i più sani, la campagna elettorale è stata dominata dai temi del welfare e delle politiche fiscali, con il governo che ha rivendicato i tagli alle tasse e ai benefit e l'opposizione che al contrario ha criticato l'indebolimento del celebre stato sociale svedese, dalla culla alla tomba. E il welfare, "corroso" dall'immigrazione, è stato anche il cavallo di battaglia della destra estrema che ha cavalcato le paure di un Paese composto per il 14% da stranieri di varie nazionalità, brandendo la minaccia di una "rivoluzione islamica".