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Il ritorno della D'Addario: ho ancora tanto da raccontare

In una lunga intervista confessa: "in questo anno non ha avuto rapporti con uomini"
di Paolo Franzoso sabato 19 giugno 2010

3' di lettura

Patrizia D’Addario ritorna a parlare, ha delle novità e un libro da promuovere. In un’intervista esclusiva a Vanity Fair in edicola mercoledì 16 giugno, la donna ripercorre l’ultimo travagliato anno in cui non ha avuto rapporti con uomini. Si è estraniata dal mondo, stanca degli attacchi, si sente perseguitata: “Sto per i fatti miei. Non rispondo al telefono se non a un cellulare di cui solo mia figlia ha il numero. Non ho più fiducia in nessuno”. La sua disavventura è partita con il racconto rilasciato al Corriere della Sera, un anno fa: “Ho detto come è andata e basta. Ne sto pagando le conseguenze. Mia madre è stata colpita a un occhio. Io sono stata mandata fuori strada in auto. Mi hanno rubato l’intero guardaroba, i vestiti di scena di una vita. Mi hanno aggredita in casa mia. Un carabiniere in borghese mi ha assalito e ha tentato di violentarmi mente i suoi colleghi facevano la guardia fuori". Brutte storie. Non sta nemmeno bene fisicamente, Patrizia D’Addario: “Ho due ernie al disco e sono imbottita di cortisone, sono ingrassata dieci chili". Psicologicamente distrutta e di salute cagionevole, non trova nemmeno riparo nell’affetto della figlia perché l’ha mandata a studiare in Svizzera per proteggerla, per evitarle il tourbillon medianico: "Qui non poteva più vivere - racconta -. Troppa curiosità. E quel che è peggio, le minacce. C’erano voci al telefono che mi dicevano: te la violenteremo". Non c’era più pace, in altre occasioni la D’Addario aveva denunciato la violazione della sua privacy e si sentiva continuamente in pericolo, rincorsa, osservata, perseguitata. “Per nove mesi sono stata lontana da mia figlia, non rientrava neppure nei fine settimana, dovevo immaginarla sola nella sua cameretta in Svizzera, lei che amo più di chiunque altro". Racconta a Vanity Fair anche la triste storia della sua gravidanza e le difficoltà di crescere una figlia da sola. "Il padre, che fino a Alcuni di quei signori che stanno in Tv e mi chiamano prostituta – commenta – c’erano loro con le prostitute e io lo so che cosa hanno fatto. Sono stata una escort qualche volta, mi ci ha costretta il mio ex con la violenzal giorno prima era al mio fianco, dopo il parto mi ha dato un biglietto con un numero di telefono: era dell’associazione da chiamare per darla in adozione. Poi è tornato dalla sua ex moglie, e quel giorno stesso le ha dato un mega-assegno. A lei l’assegno, a me il numero di telefono”. Con quell’uomo però “ci sono tornata insieme quattro anni dopo per mia figlia, perché‚ avesse un padre, perché‚ lui provvedesse a lei”. Inutile, “ho sbagliato, non poteva durare, mi sono fatta solo del male, trattata come una serva e alla fine tradita. E mi sono ritrovata un’altra volta sola con la mia bambina". Abbandonata, con la figlia che prima s’arrabbia per la vicenda che circonda la D’Addario, ma poi capisce che la madre sta dalla parte giusta, quella della verità. Non vuole essere chiamata prostituta. “Alcuni di quei signori che stanno in Tv e mi chiamano prostituta – commenta – c’erano loro con le prostitute e io lo so che cosa hanno fatto”. Lo sa e lo dirà “se me lo lasciano dire”. Riferendosi agli incontri con il premier, dice “io non sono andata là per i soldi, tant’è che la prima sera non sono rimasta. Non ho preso la busta da diecimila euro per la quale le altre ragazze erano lì: quello era prostituirsi. E non ho venduto il mio silenzio: chi lo ha fatto ora vive a Roma riverita. Io non torno nemmeno più a casa”. Del suo lavoro commenta: “Sono stata una escort qualche volta, mi ci ha costretta il mio ex con la violenza”. Sulle serate trascorse con Berlusconi allude: “alcune cose non sono ancora venute fuori”…Meglio allora non perdere l’esclusiva. Ingrassata, al limite della depressione, sfinita, Patrizia D’Addario racconterà tutto, questa volta non mancherà niente “nel secondo libro”. E poi magari inserirà qualche scoop nel terzo, nel quarto, nel quinto…

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