Calo del 25,97% delle immatricolazioni in luglio. Mercato dell’auto a picco dopo il ribasso del 19% del mese precedente. Incide particolarmente la perdita di terreno di Fiat che lascia il 40% rispetto all’anno scorso. Le immatricolazioni a luglio, rende noto il ministero dei Trasporti, sono state 152.752 e nello stesso periodo ci sono stati 394.050 trasferimenti di proprietà di auto usate (scese del 3,26% rispetto all’anno scorso). La crisi del settore mette a rischio 650 mila contratti e decine di migliaia di posti di lavoro. Effetti collaterali anche per lo Stato, che dovrà fare i conti con un minor gettito Iva, calcolato sui 2 miliardi di euro. Con una nota il direttore generale dell’Unrae (Unione Nazionale Rappresentanti Autoveicoli Esteri), Gianni Filipponi, precisa che "questa caduta ha due conseguenze, entrambe di grande rilievo: innanzitutto si va manifestando in modo preoccupante la progressiva forte difficoltà dei concessionari auto, che in molti casi si trovano costretti a ridurre il personale; in secondo luogo, sta a indicare un minor fatturato di 10 miliardi di euro e, quindi, un minor gettito Iva di circa 2 miliardi di euro per le casse dello Stato, proprio in un momento in cui le difficoltà di reperimento di risorse per i programmi del governo si fanno sentire maggiormente". Il ribasso era atteso e anticipato da Federauto ieri, ma preoccupa i sindacati di categoria. Per il segretario generale della Uilm, Rocco Palombella, si deve fare di tutto per "cercare di mettere a riparo questo importante settore. Il mercato presenta ancora grandi incognite, siamo ben lontani da una ripresa stabile". Contribuisce alla discesa delle vendite il termine degli incentivi statali, ma il sindacalista è contrario a ulteriori interventi di questo genere perché “portano a un sistema drogato”. Dello stesso avviso Enzo Masini, segretario nazionale della Fiom, che dice: "ora bisogna investire in innovazione e ricerca, facendo scelte industriali precise. I primi mesi dell’anno sono stati falsati dalla coda della rottamazione. Era evidente che poi ci sarebbe stato un crollo delle vendite ed era prevedibile che la Fiat non avendo modelli innovativi avrebbe pagato un prezzo maggiore dei concorrenti". Anche i metalmeccanici della Cgil dicono no a nuovi incentivi: "Occorrerebbe fare quello che fin dall’anno scorso avevamo richiesto, cioè una scelta da parte della politica in termini di industria, assumendo il tema dell’innovazione e mobilità ecocompatibile come scelta prioritaria del Paese". Sulla stessa linea Giuseppe Farina, segretario generale della Fim Cisl, che chiede investimenti "strutturati" nella ricerca e innovazione. Fa eco il segretario nazionale dell’Ugl Metalmeccanici, Antonio D’Anolfo: "Per dare una spinta al settore è necessario puntare sulla ricerca e l’innovazione, elemento fondamentale per garantire la competitività. Così come bisogna tener conto delle esigenze dei consumatori, ipotizzando facilitazioni all’acquisto del prodotto, come ad esempio dilazioni sul pagamento delle rate". Cresce l'Asia - Al calo in Italia segue quello oltralpe, ma non in Asia. Se a luglio le immatricolazioni di auto sono scese anche in Francia (-12,9% su base annua a 169.804 unità) e Spagna (-24%), in Giappone invece si è registrato un incremento del 15% a 333.403 veicoli.