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Multe fino a 600 euro per chi sfama i randagi

Il Sottosegretario MArtini risponde: "È maltrattamento"
di Monica Rizzello sabato 13 febbraio 2010

2' di lettura

«Anziché emanare provvedimenti assurdi che privano gli animali randagi del fondamentale diritto all'alimentazione e, quindi, alla sopravvivenza, il Sindaco di Monte Procida dovrebbe preoccuparsi di applicare le norme vigenti in materia di prevenzione del randagismo e di tutela del benessere animale, a partire dall'obbligo di microchippatura dei cani, disposto dalla mia Ordinanza del 6 agosto scorso per implementare l'anagrafe canina e consentire la rapida e sicura rintracciabilità degli animali vaganti sul territorio». Francesca Martini, sottosegretario alla Salute, risponde al Sindaco di Monte Procida, in provincia di Napoli, in merito all'Ordinanza che stabilisce multe salatissime – da 100 a 600 euro - ai cittadini che sfamano cani e gatti randagi. Rivolto a «chi dà da mangiare in strada, o nei parchi, a cani e gatti randagi e ai colombi», «il ricorso al provvedimento - si legge nell’ordinanza - è spiegato con la necessità di fronteggiare problemi di carattere igienico sanitario in alcune pubbliche vie, piazze e spazi di verde attrezzato, causati da residui di cibo che vengono somministrati a cani e gatti randagi e ai colombi da privati cittadini». «Vorrei ricordare al primo cittadino di Monte Procida - prosegue il Sottosegretario Martini - che le leggi vigenti attribuiscono ai Sindaci la responsabilità di raccogliere i cani randagi, curarli, ricoverarli in canile, microchipparli e sterilizzarli e non certo farli morire di stenti. Privare gli animali del sostentamento rientra nel reato di maltrattamento e non risolve il problema del randagismo. I milioni di proprietari di animali da compagnia in Italia pretendono dalle Istituzioni comportamenti civili e di rispetto delle leggi sacrosante di cui fortunatamente il nostro Paese è dotato. Prenderemo immediatamente contatto con l'amministrazione e con la Asl territorialmente competente, perché iniziative come queste vengano prontamente interrotte e sanzionate».

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