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Fiat, al vaglio 10 offerte per Termini Imerese

E l'azienda si impegna col governo ad aumentare la produzione in Italia. Prima tappa la Panda a Pomigliano
di Eleonora Crisafulli sabato 13 febbraio 2010

2' di lettura

«Per lo stabilimento Fiat di Termini Imerese abbiamo 8-9-10 offerte, che stiamo valutando». A dichiararlo è il ministro dello Sviluppo economico, Claudio Scajola, che, durante un'intervista su Canale 5, ha annunciato che  il 5 marzo le proposte verranno presentate al tavolo dell'auto «per valutare qual è quella che può garantire i posti di lavoro: abbiamo tempo un anno e mezzo». Con l'azienda, il discorso su Termini «è chiuso, ma il gruppo concorda che agevolerà e non ostacolerà un'opzione diversa». Preso atto della riorganizzazione aziendale e della decisione di ridurre la produzione su quattro stabilimenti, il governo ha però chiesto che aumentasse «la produzione auto in Italia e aumenterà da 650mila a 900 mila pezzi». Proprio il ministro Roberto Castelli, interpellato a margine di un convegno a Milano, ha confermato che "Fiat  e governo hanno raggiunto un accordo assolutamente ragionevole". Infatti, anche se il gruppo è irremovibile sulla decisione di sospendere la produzione in Sicilia, ha promesso di impegnarsi ad aumentare, significativamente, il numero  si vetture che produrrà in Italia. "E' il migliore dei compromessi" ha detto Castelli. A conferma di questo, presto sarà trasferita a Pomigliano d'Arco, lo stabilimento napoletano che soffre della crisi di  vendite dell'Alfa Romeo, la produzione della Panda. La più piccola di casa Fiat (assieme alla 500) attualmente è prodotta in Polonia e è uno dei modelli più venduti della casa. Incentivi statali - Ritornando sulla questione delle elargizioni statali, il ministro ha confermato la cifra di 270 milioni di euro L'Italia ha dato alla Fiat come la Fiat ha dato all'Italia, resa nota dalla Cgia di Mestre, sottolineando la loro portata e utilità: «Certo è che questi incentivi sono quelli che hanno permesso di avere prodotti innovativi e quindi di vincere la battaglia per la Chrysler. Non vanno restituiti, ma sono un grande impegno perché la Fiat sviluppi l'italianità e la presenza in Italia». Il riferimento è alle dichiarazioni di Montezemolo. E Scajola mette così fine al dibattito: «Nel passato la Fiat ha dato diverse prove di poca attenzione all'auto, ma da quando c'è Marchionne ha investito molto sul settore, che è diventato il suo core business. E allora via le polemiche, ma la Fiat si ricordi che l'Italia ha dato alla Fiat come la Fiat ha dato all'Italia». -

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