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Vallanzasca resta in carcere

Il tribunale di sorveglianza nega la libertà condizionata al "bel Renè" per un vizio procedurale
di Eleonora Crisafulli sabato 26 giugno 2010

2' di lettura

Renato Vallanzasca resta in carcere. Lo ha stabilito il Tribunale di Sorveglianza respingendo la richiesta di libertà condizionata presentata dal legale del "bel Renè", una richiesta giudicata "inamissibile" per un difetto formale: "Il giudice Fadda - ha spiegato l'avvocato Bonalume - non è entrato nel merito della discussione per un difetto di procedura nella nostra domanda, al quale rimedieremo nei prossimi giorni per poi ripresentare l’istanza. Continuiamo a essere convinti di essere nel giusto perché Vallanzasca è la dimostrazione che la pena funziona, il suo cambiamento c'è stato". L’ex numero uno della "banda della Comasina" ha lasciato il Tribunale senza fare commenti. Ma, secondo le dichiarazioni del suo avvocato, si "è molto arrabbiato, perdere la possibilità di tornare libero per un difetto formale lo ha infastidito". Nell'attesa che i magistrati lo chiamassero in aula sono state tante le dichiarazioni rilasciate ai giornalisti da Vallanzasca: "La mala non è più quella di una volta oggi i miei migliori amici sono magistrati e forze dell’ordine coi quali ho a che fare da tanto tempo. Ho un buon rapporto col giudice Fadda anche se lei mi ha rimproverato più volte di non averla aiutata ad aiutarmi con qualche mio atteggiamento in carcere... Sono ancora fumantino - ammette - anche se molto cambiato: una volta me le andavo a cercare, adesso se non mi infastidiscono non faccio niente. Certo se una guardia penitenziaria mi chiede di togliermi anche le mutande per perquisirmi, allora mi arrabbio. Però, una volta gli avrei dato un calcio nel sedere, adesso mi limito a mandarla a quel paese...". A fianco di Vallanzasca, attende l'inzio dell’udienza la moglie Antonella. Alla fine è lei a consolarlo per la decisione del giudice. Attualmente Vallanzasca, condannato a 4 ergastoli e a 260 anni di carcere, detenuto da circa 40 anni inframmezzati da alcune evasioni, usufruisce di un permesso in base all’articolo 21 dell’ordinamento penitenziario che gli consente di andare a lavorare tutti i giorni alla pelletteria milanese Ecolab.

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