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Celentano aspirante sindaco

Il molleggiato ha già un programma: "Primo punto radere al suolo tutti gli edifici brutti di Milano, grattacieli compresi"
di Eleonora Crisafulli sabato 15 maggio 2010

2' di lettura

Il molleggiato si butta in politica. Non contento di canto, musica, spettacolo e trasmissioni pseudopolitiche da milioni di euro, Adriano Celentano, tra l'ironico e il serio, lancia la sua candidatura durante la presentazione del suo ultimo libro, Per ragionare. A proporlo in realtà è un amico, ma il ragazzo della via Gluck non si tira indietro e sembra prendere in considerazione la possiblità:  «È un po' presto per dirlo, è un po' difficile da realizzare, per tanti motivi, ma come si fa a dirlo? Se viene fuori una cosa importante potrei essere responsabilizzato, potrei dire "non voglio fare il sindaco, perché so come va a finire", ma subentrerebbe la coscienza per una voce elevata e a questo punto mi dovrei piegare a questa richiesta e sarebbe molto divertente». Del resto Celentano ha le idee chiare e ha già pronto un programma elettorale. Il primo punto è abbattere i palazzi brutti: «Per appassionare la gente a un progetto si potrebbe buttare giù Milano, almeno quella brutta. Manca la musica delle persone e questo ci impedisce di riunirci insieme in un progetto». Il guaio del capoluogo lombardo è che «non ha un volto». Ecco quindi il problema e la cura insieme: «Certo, non si può radere al suolo la città ma la gente si divertirebbe a distruggerla». Magari anche con uno strumento democratico come «un referendum per buttare giù i nuovi grattacieli», come «il nuovo Pirellone, che non è brutto, ma lo è piazzato lì, vicino alle case». I milanesi dovrebbero unirsi «nel distruggere e rifare la città». E «un partito che forse ancora non c'è» dovrebbe «rifare le città a uso dell'uomo e non viceversa, come accade in questa, rifare le cose da capo, come una lettera che arrivato in fondo rileggi per farla scorrere bene». Da Milano all'Italia, al mondo: «Dobbiamo riscrivere la lettera della storia perché il mondo è una lettera e ci sono segni che ci mettono paura come il vulcano che offusca il cielo, il petrolio che rovina il mare e allora come si va avanti così?».

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