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Vittoria obbligata per gli azzurriPrandelli ricomincia da tre

I dubbi del ct dell'Italia: panchina per Giaccherini o Balottelli? Silenzio sui gay ma gli azzurri giocano a toccarsi il sedere tra loro
di Lucia Esposito domenica 17 giugno 2012

3' di lettura

Prandelli ricomincia da tre. Dalla difesa a tre. Contro la Croazia, oggi alle 18 a Poznan, l’Italia giocherà ancora con il 3-5-2, con De Rossi centrale che fa da elastico (stile libero vecchia maniera, che si stacca alle spalle dei difensori e poi sale verso il centrocampo quando c’è da impostare) e con Chiellini e Bonucci ai suoi fianchi. Difesa a tre malgrado gli avversari avranno due punte di ruolo - la Spagna inizialmente non ne aveva e quando è entrato Torres gli azzurri sono andati in affanno - e malgrado i nostri esterni (Giaccherini e Maggio) nella prima partita non abbiano convinto. Prandelli non annuncia la formazione, no. Ma ammette di avere un dubbio, un solo dubbio da sciogliere prima della partita. Nessun nome, ovvio, ma viene naturale pensare al centrocampo e all’attacco. Confermare Giaccherini a sinistra - sperando che punga di più in fase offensiva e non faccia errori in quella difensiva (il gol di Fabregas è nato da un suo errore: non ha fatto la diagonale) - o affidarsi a Balzaretti, uno che ha meno qualità in attacco ma sa difendere meglio? E ancora, confermare Balotelli al fianco di Cassano - malgrado la prova insufficiente e l’errore sotto porta  - o lanciare Di Natale, che è in forma, è gasato da gol e dà più profondità all’azione con i continui tagli in verticale? Ipotesi e dubbi, ma è facile pensare che, almeno inizialmente, il ct confermi la formazione che ha pareggiato con la Spagna: due giorni fa, nell’allenamento a porte chiuse, ha lavorato con gli stessi undici.  Una buona squadra «Aspetto fino all’ultimo, in chiave formazione. Voglio sentire il clima giusto, non do vantaggi a nessuno, ma a dei cambi sto pensando. Quanti? Ho solo un pensiero, riguardo ai cambi - ha spiegato il ct  - Ci sentiamo orgogliosi quando riusciamo a giocare a calcio, quando riusciamo a giocarcela alla pari, come abbiamo fatto con la Spagna. Siamo una buona squadra. De Rossi può essere il valore aggiunto a una precisa idea di gioco. Abbiamo preparato bene questa partita. Bilic ha detto che Modric è più forte di Pirlo? Deve vincere qualcosa di importante, prima». Sì, la Croazia. Prandelli l’ha studiata. Ha le idee chiare. «È una squadra organizzata. Che cerca sempre l’ampiezza, la profondità. Cambia modulo tattico anche a gara in corso, ha qualità. E poi ha un’intensità straordinaria. I croati sono davvero difficili da fermare dal punto di vista fisico, sanno dare ritmo. Troveremo difficoltà, ma abbiamo le armi per vincere la partita. Dobbiamo cercare di far gioco noi, mentre con la Spagna prima si pensa a contenere. In certi momenti sarà una gara molto equilibrata, dobbiamo mantenere l’attenzione per 90’». L'attacco azzurro Stare attenti e attaccare con intelligenza, dando profondità alla manovra. Ecco, si torna a parlare dell’attacco azzurro. «In questo momento dobbiamo esasperare la ricerca della profondità. Ogni partita giocheremo con i tre cambi. Chi entra può fare la differenza in pochi minuti, sull’esempio di Di Natale. Balotelli? L’ho visto concentrato, forse più del solito. Cassano? Contro la Spagna ha dato tutto. Ha tirato, offerto una palla gol, ha fatto quello che ho chiesto. Se continua così va bene, anche se è al 70%». A proposito di Cassano, impossibile non tornare alla polemica sui gay. Prandelli ha liquidato l’argomento con poche parole («Le dichiarazioni di Antonio? Non ci facciamo mancare nulla. Ma ne parleremo un altro giorno, non prima di una partita così»). Gli azzurri, invece, l’hanno buttata sull’ironia. Al momento di imbarcarsi sull’aereo che li ha portati a Poznam, quando si sono accorti che le telecamere li stavano riprendendo, si sono toccati il sedere tra loro. di Alessandro dell'Orto

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