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Bossi stoppa Maroni: "Non posso ritirarmi"

Il Senatùr: "La Lega l'ho creata io, se lasciassi direbbero che la colpa è degli altri. Ma adesso dobbiamo stare uniti, le divisioni con Bobo fanno male"
di Giulio Bucchi domenica 29 aprile 2012

L'ex segretario della Lega Umberto Bossi

2' di lettura

Bobo Maroni può aspettare. Con la ramazza la Lega potrà spazzare via tutte le mele marce (l'ultimo epurato è stato l'autista-Bancomat del Trota, Alessandro Marmello), ma non Umberto Bossi. "Io non posso ritirarmi assolutamente perché altrimenti la gente penserebbe che è colpa degli altri. Io ho fatto la Lega, questo la gente non lo dimentica e devo garantire la continuità senza contraccolpi negativi. Troveremo la quadra". Parola del Senatùr, che dopo le dimissioni dalla carica di segretario del Carroccio e la nomina alla presidenza onoraria sembra intenzionato a dare del filo da torcere proprio a Maroni, suo erede designato come leader del partito. Intervenuto a un incontro elettorale a Conegliano, Bossi ha detto la sua a ruota libera. Sul futuro segretario, naturalmente: "Zaia? Come no, il Veneto non ha mai avuto un segretario confederale ma credo che lui non lo voglia fare. Adesso la cosa fondamentale da fare è stare uniti. No alle divisioni tra maroniani e  bossiani, che fanno male. No alle lotte personali ma dobbiamo stare tutti uniti". Resta il test elettorale delle amministrative, assai atteso soprattutto in Lombardia e a Verona. "Sono convinto che i partiti e la democrazia non spariranno. Grillo cavalca il momento, spera di prendere più voti ma li porterà via alla sinistra. Loro sì che sono preoccupati, molto più di noi". Che errore col Trota - Quindi l'inchiesta giudiziaria che ha messo in ginocchio i padani. "Non ho capito chi era quello li che ha cercato di agganciare i miei figli...", ha detto riferendosi al tesoriere della Lega Francesco Belsito. "Ma ce la faremo e la parte sbagliata cambierà - ha assicurato -. Noi siamo forti ugualmente. Qualunque cosa ci fanno la Padania ha un sogno nel cuore, la libertà, e ce la farà". Il senatore Piergiorgio Stiffoni, coinvolto, si è autosospeso: "Gli ho chiesto come è andata - ha riferito Bossi - e lui ha detto che i soldi erano suoi. Controlleremo tutto". Resta l'amaro in bocca per qualche leggerezza del passato: "Uno degli errori - ha detto il Senatur - è stato portare in politica mio figlio. Ma i miei figli sono cresciuti alle feste della Lega, si appassionavano. E' un errore - ha aggiunto - coinvolgere i figli nella politica, è pericoloso". Resta, a Bossi, una certezza: "La Lega non ha rubato i soldi a nessuno, non si è fatta dare le tangenti come il partito socialista. Certo, li ha usati male, li ha sprecati e chi l'ha  fatto dovrà ridarli indietro". "La magistratura sta insistendo nel cercare collegamenti con la 'ndrangheta - ha continuato - ma non c'è nessun collegamento. Non c'è nessun coinvolgimento del partito". 

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