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Se Berlinguer abitasse a Trastevere

Mattias Mainiero risponde a Enzo Bernasconi
di Mattias Mainiero domenica 29 aprile 2012

2' di lettura

  Caro Mainiero, ma lei si immagina cosa proverebbe Berlinguer se dovesse tornare anche per un solo giorno sulla terra? Il suo Pci prima trasformato in una cosa da orto botanico, con querce, margherite e ulivi rinsecchiti, e poi finito in un anonimo Partito Democratico. Vedere il posto da presidente che fu di Longo occupato da una ex dc come la Bindi e un segretario che sa poco di Togliatti, un certo Bersani, la mitica bandiera rossa ammainata per far posto a quella arcobaleno. Davanti a tale scempio, credo che il buon Enrico se ne tornerebbe volentieri nell’aldilà. Enzo Bernasconi e.mail   Non lo so, qui nessuno ha la sfera di cristallo. Ho l’impressione, però, che Enrico Berlinguer, potendo, non se ne tornerebbe nell’aldilà: nonostante il Pd e Bersani e la Bindi, si troverebbe un appartamento in centro, a Roma, e farebbe di tutto per non essere sloggiato per l’eternità. Lei sa come vanno certe cose, cose, chiamiamole così, post mortem. Naturalmente, dipende dalle credenze, ma pare che non ci siano molte scelte: o sotto terra per i secoli dei secoli, e chiedo scusa per la crudezza del discorso, oppure in un posto che ad occhio e croce, per un comunista che rimase comunista nonostante l’Urss degli infiniti crimini, non dovrebbe essere il paradiso. Oppure qui, tra noi, in virtù di qualche miracolo. Direi che la scelta è obbligata: appartamento a Trastevere, vista sul fiume e distanza di sicurezza da via Sant'Andrea delle Fratte, sede del Pd. Ma passiamo a cose più vicine a noi. Bernasconi, lei si rende dell’incredibile, in parte devastante, sicuramente innovativa, rivoluzionaria portata del suo ragionamento? Lei, contrariamente a quanto molti vanno dicendo, ha appena affermato che il comunismo, almeno in Italia, non esiste più. C’è la Bindi. C’è Bersani in maniche di camicia alla guida di un partito con le toppe sul sedere. E il comunismo se n’è andato, distrutto più che dalle atrocità di un regime che fu dall’incapacità degli epigoni. Morto, defunto, non so se sotto terra o all’inferno. E tra poco, in campagna elettorale, si tornerà a parlare di comunismo e pericolo rosso e falce e martello, come se nulla fosse. E qualche comunista si presenterà pure alle elezioni. Bernasconi, lei forse non lo sa né lo immagina, ma lei ha dipinto alla perfezione l’Italia di oggi: un Paese di pazzi che prendono in giro altri pazzi nella speranza di un pazzo voto. Complimenti. mattias.mainiero@liberoquotidiano.it  

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