Palermo, 25 apr. - (Adnkronos) - Torna l'Aristotele detective di Margaret Doody, professoressa canadese di letteratura. Questa volta, in un breve romanzo di neppure cento pagine, intitolato 'Aristotele e la favola dei due corvi bianchi' (Sellerio editore Palermo, 95 pagg.,11 euro), l'autrice racconta un'Atene di inizio primavera 327 avanti Cristo. Questo nuovo caso per Aristotele detective ha inizio mentre il filosofo e' occupato a discutere con gli allievi del Liceo la funzione del denaro. La strada migliore per raggiungere la felicita', sostiene un giovane viziato. Ma il vecchio Stagirita non e' d'accordo e per illustrare la propria visione economica, nel quadro della piu' vasta teoria della polis, sceglie una parabola: la favola dei due corvi bianchi, che daranno il titolo al libro della Doody. Il filosofo ha appena iniziato a raccontare che arriva un uomo trafelato. E' Caronide, un vedovo, una volta possidente, che ha ceduto terreni e schiavi per ridursi a vivere su uno stentato podere accudendo le capre. Costui chiede ad Aristotele di indagare sulle macchinazioni del cugino, il ricco Simmaco, che vorrebbe impadronirsi delle ultime sue risorse. Aristotele non accetterebbe quell'incarico da piedipiatti, ma a convincerlo c'e' una singolare coincidenza: il governatore Licurgo gli ha chiesto di recarsi ad Idra, la vicina isola dov'e' rifugiato il detto Simmaco, per chiarire un caso di corruzione di giuria; inoltre, la citta' di Atene ha deciso di inviare nella stessa isola Stefanos, il braccio destro nelle speculazioni poliziesche come Teofrasto lo e' in quelle del Liceo. (segue)