Mitt Romney e Clint Eastwood lanciano la sfida finale a Barack Obama. La campagna elettorale statunitense entra nel vivo. Il candidato repubblicano a Tampa accetta la nomination alla Casa Bianca e si scaglia contro il preisdente e le sue promesse, puntualmente disattese. Quindi, dopo aver ricordato all'America il suo successo personale, snocciola il suo piano in cinque punti con cui creare 12 milioni di posti: energia, istruzione, commercio, investimenti e tasse. Poi è il turno del regista, che si è scagliato contro Barack infiammando la folla. Il piano di Mitt - Romney ha accettato con “umiltà” e “responsabilità” la candidatura presidenziale per il Partito Repubblicano. “Oggi - ha detto a Tampa, in Florida - è arrivato il momento di voltare pagina, di lasciare alle spalle le delusioni degli ultimi quattro anni. Ora è tempo di rivivere la promessa dell’America. Mi candido alla presidenza per aiutare a creare un futuro migliore”, ha affermato l’esponente repubblicano, che ha aggiunto: “Al contrario del presidente Obama, ho un piano per creare 12 milioni di posti di lavoro”. Un piano composto da “cinque punti”, che vanno “dall’indipendenza energetica” all’incremento del commercio estero, ma anche meno tasse e spesa pubblica e, soprattutto, l'abrogazione della riforma sanitaria proposta da Obama". "Obama pensa a salvare il mondo" - Poi Romney sfodera l'arma dell'ironia per infilzare Barack: "Pensa a salvare il pianeta" mentre "la mia promessa è di aiutare voi e le vostre famiglie". Questo il passaggio chiave dell'intervento del candidato repubblicano. "Sosterremo le piccole imprese, il motore della creazione di posti di lavoro in America e ciò significa tagliare le tasse sulle imprese e non aumentarle", ha rincarato Romney strizzando l'occhio alla classe media, spina nel fianco della sua campagna elettorale. "L'America che tutti conosciamo racconta la storia di molti che diventano uno - ha proseguito Romney - tutti uniti per preservare la libertà, uniti per costruire la più grande economia del mondo, uniti per salvare il mondo da oscurità impensabili". Onorando poi i soldati che hanno dato la loro vita per l’America "di ogni razza, partito o affiliazione", Romney ha sottolineato come "l'America Unita" possa stimolare l’economia e creare ricchezza "tornando ad essere leader in innovazione e produttività, ripristinando in ogni madre e padre la fiducia su un futuro migliore per i loro figli". Gli States, "uniti - ha insistito - avranno cura dei poveri e dei malati, onoreranno e rispetteranno gli anziani e assicureranno aiuto a coloro che si trovano in difficoltà". Un messaggio ripetuto anche nell’appello finale del suo intervento. "Se sarò eletto presidente degli Stati Uniti - ha concluso - lavorerò con tutta la mia anima e tutte le mie energie per restaurare quell'America, per alzare i nostri occhi verso un futuro migliore perchè quel futuro è il nostro destino ed è qua. Ci sta solo aspettando. I nostri figli lo meritano e la nosta nazione vi dipende. La pace e la liberta del mondo ne hanno bisogno. Grazie al vostro aiuto è il futuro che costruiremo. Diamo inizio a questo futuro questa notte". Clint Eastwood show - Quindi l'intervento di Clint Eastwood, che spazza via i sospetti sulla "conversione" ai democrat che circolarono dopo lo spot Chrysler da lui diretto che fu visto come "obamiano". Eastwood non usa mezzi termini: "Obama ha fallito, e quando qualcuno non porta a termine il compito bisogna lasciarlo andare". Poi l'esilarante siparietto: Clint ha finto di intervistare Obama rivolgendosi a una sedia vuota. Ha esordito ricordando l'elezione del 2008 "quando tutti piangevano, Oprah piangeva e anche io piangevo - ha ironizzato l’icona hollywoodiana - per poi scoprire che ci sono 23 milioni di disoccupati in America e questa è una cosa su cui piangere, una disgrazia per la quale l'attuale amministrazione non ha fatto abbastanza. E’ ora che arrivi qualcuno in grado di risolvere il problema". L’America è degli americani e non dei politici: "Loro sono nostri dipendenti. Sono i politici - ha aggiunto Eastwood - a essere nostri ma se io dico che Obama è mio allora sono un razzista pro-schiavitù", ha ironizzato elettrizzando la platea. "Conservate qualche applauso per Romney - ha concluso Clint Eastwood - io ho cominciato, spetta ora a voi finire".