Dopo la disfatta nella finalissima contro la Spagna, il ct degli Azzurri, Cesare Prandelli, viene accolto in sala stampa da un lungo applauso. Come se 4-0 avesse vinto lui e non l'avversario Del Bosque. E va beh, ci sta: l'Italia ci ha fatto sognare, ha giocato un bel calcio ed è arrivata in finale, quando in molti avevano pronosticato una sua uscita già al primo turno. Poi attacca: "Possiamo essere orgogliosi di quest'Italia. Possiamo essere soddisfatti - ha spiegato Prandelli -, abbiamo schierato una squadra propositiva e corretta". Non contento, ha preso una piega politico-sociologica: "Siamo un paese vecchio - ha continuato -, abbiamo idee e modalità vecchie. Dovremmo avere il coraggio di cambiare. Noi siamo venuti agli Europei con questo coraggio. Sappiamo di dover fare i conti con la logica del risultato, che però non deve essere condizionante. Bisogna avere la forza di credere in un'idea. Sicuramente - ha proseguito il Ct - troveremo difficoltà, dovremo abbinare l'aspetto del gioco alla necessità di fare risultato. In questi due anni abbiamo cercato di costruire una Nazionale con la mentalirà di un club". Insomma, un discorso da vincitore. Quale Prandelli è stato fino a domenica sera alle 20.45. Da lì in poi no: ha preso una scoppola come nessuno nella storia della nazionale nelle fasi finali delle competizioni europee, sbagliando sicuramente almeno il cambio di Thiago Motta e mettendo in campo quella che, viste le condizioni fisiche, non era forse la miglior formazione. Insomma, ha perso che più perso non si può, come tutti nel mondo hanno potuto vedere. Per questo, la tirata sul paese vecchio e su quanto questa nazionale debba essere d'esempio a un paese che lui ha palesemente definito senza coraggio, non ci sta. una pippa così la può fare una che ha vinto tutto, o che quantomeno ha vinto qualcosa. Allora è un esempio. Non se qualche ora prima si sono beccate quattro scoppole sul groppone. Perchè se no Vicente del Bosque, che ha vinto un europeo e un mondiale, oltre a una Champions con il Real, cosa dovrebbe fare: candidarsi primo ministro in Spagna? Dal Capo dello Stato - Alle 19, dopo essere atterrati a Fiumicino, gli azzurri sono stati ricevuti da Giorgio Napolitano al Quirinale. Prandelli ha donato al presidente la medaglia d'argento di Kiev, Pirlo e balotelli (con una cravatta sghemba imbarazzante) un gagliardetto e un pallone con gli autografi di tutti i giocatori. Napolitano, che stavolta è riuscito a non commuoversi e anon piagnucolare come di recente gli capita spesso, si è congratulato con i ragazzi e con Prandelli, dando a tutti appuntamento per i Mondiali 2014.
