Al risveglio resta soltanto la delusione, la tristezza per una "scoppolata" storica, quella presa dagli azzurri nella finalissima di Euro 2012. La Spagna ci ha fatto quattro gol, ci ha dominato, ci ha battuto senza appello. Le furie rosse hanno centrato un triplete ad urlo - Europei, poi Mondiali poi ancora gli Europei -, una cosuccia che non era mai riuscita a nessuno nella storia del calcio. Sono i più forti, sono una squadra della stessa pasta del Barcellona di Guardiola: entreranno di diritto nella storia del pallone, anzi ci sono già entrati. L'ultimo capitolo di una leggenda bella e buona lo hanno scritto Silva e Jordi Alba nel primo tempo, quindi nei secondi quarantacinque minuti sono andati a segno Fernando Torres e Mata. E poteva andarci pure peggio. Grazie Azzurri - Ai ragazzi di Prandelli va comunque il nostro ringraziamento per averci regalato (quasi) un sogno ed enormi emozioni: come abbiamo battuto sul campo la Germania, certo, non lo dimenticheremo facilmente. Domenica sera, però, sono arrivati sulle gambe, spompati, e senza la giusta tensione. Anche un leone come De Rossi è parso battersi al di sotto dei suoi standard. Marchisio sembrava confuso, come Cassano. La difesa in bambola, con Chiellini che si è fatto bruciare da Fabregas dopo pochi minuti di gioco: è subito gol, e si capisce che Giorgio non sta bene. E infatti viene subito sostituito. Ma valeva la pena rischiarlo? Troppo stanchi - Il punto è che contro la Spagna sarebbe stato quasi impossibile vincere, ci hanno dominato e non c'è nulla da dire, però forse, anzi sicuramente, non doveva andare così. Quattro "pere" di scarto, in una finale europea o mondiale, non si erano mai viste prime. E, certo, una parte l'ha fatta la sfortuna con gli infortuni di Chiellini e Thiago Motta appena entrato (si aggiungano inoltre le condizioni fisiche precarie di Abate, Balzaretti e De Rossi, con un buco sul ginocchio). Ma un pizzico di responsabilità per come è andata la finale è imputabile al ct Prandelli, artefice comunque di un Europeo magico. Cesare ha il polso della situazione più di chiunque altro, e forse, più di chiunque altro, sapeva che l'undici messo in campo non ne aveva più: non era forse il caso di giocarsi qualche carte fresca (un Diamanti, un Giovinco o chi per loro) sin dall'inizio? La rosa è lunga, profonda, eppure questi Europei - a differenza della Spagna - li abbiamo giocati con 13-14 giocatori. Doveva andare così? - Il ct Prandelli, forse, avrebbe potuto tenere in panchina Chiellini, costretto ad alzare subito bandiera bianca e impalato a terra in occasione del primo gol contro Fabregas. In molti poi non hanno capito il cambio Montolivo-Motta: Riccardo nella pochezza azzurra stava giocando bene, Thiago ha deluso per l'intero Europeo e non sembra la pedina più adatta per cercare di recuperare due gol di scarto. Inoltre Motta si è infortunato subito e ci ha lasciati in dieci per mezz'ora: mai cambio fu più sciagurato. Se l'ingresso di Di Natale è incontestabile, può esserlo invece il fatto che gli abbia lasciato posto Cassano: non era forse uno dei migliori in campo, uno degli azzurri che stava lottando di più? Peccato infine che le energie di un esplosivo e carichissimo Diamanti, nonché quelle del folletto Giovinco, siano rimaste al confino in panchina. Insomma, questo Europeo doveva proprio finire cosi?