Comincia proprio col piede sinistro l'avventura di Giovanna Melandri alla direzione del Maxxi. Anzi, comincia con un giallo: ma siamo sicuri che la pensionata della politica, la donna che ha rinunciato al Parlamento per essere prontamente riciclata in un incarico di prestigio dal governo dei Prof, sarà alla direzione del museo del XXI secolo? Rumors vogliono che dalla Melandri siano già in arrivo le dimissioni pre-insediamento. La conferenza stampa di presentazione, cui è prevista anche la partecipazione di colui il quale l'ha nominata a quella poltrona, il ministro della Cultura Lorenzo Ornaghi, accumula ritardo: dacché era prevista per le 11 30 del mattino, è stata spostata alle 14. A che servono due ore e mezza in più di preparazione? Forse proprio a preparare la lettera di dimissioni. Secondo quanto riporta il Messaggero, la nomina della bionda democratica, oltre che tanti imbarazzi, avrebbe aperto un caso all'interno dell'esecutivo: il premier Mario Monti non avrebbe gradito l'autonomia con la quale il ministro Ornaghi ha preso la decisione. Insomma, è vero che il Maxxi dipende dal Mibac, ma il presidente del Consiglio si aspettava di essere almeno consultato. Ora che la nomina è partita, però, non ci sono soluzioni se non una "spontanea" lettera di dimissioni della stessa Melandri. Polemiche e disappunto - Non è piaciuta a nessuno, ma proprio a nessuno, la nomina della Melandri alla guida di quello che dovrebbe essere il più importante museo italiano d'arte contemporanea (fondato nel 2010 e già commissariato per dissesto finanziario). Gli ultimi a intervenire nella querelle sono stati il vicepresidente dei senatori della Lega Roberto Mura ("Ornaghi dice che se non abbiamo un’etica non abbiamo valori politici. Dopo la nomina della Melandri, che faccia tosta!") e Raffaele Lauro del Pdl ("Si deve dimettere non solo la Melandri dal Maxxi, ma anche il ministro Ornaghi che l’ha nominata"), ma il dissenso è bipartisan. Idv, Udc, Movimento 5 Stelle, qualche imbarazzo nel Pd: le condanne sono arrivate da dentro e fuori l'arco istituzionale. Anche Nichi Vendola si è sentito in dovere d intervenire: la scelta della Melandri è un "problema difficile da digerire e non si è trattato di un bel gesto da parte del governo". I motivi del maldipancia - Perché la Melandri al Maxxi proprio non piace? Per più di una ragione. Spulciando i commenti, si capisce innanzitutto che rappresenta un precedente sgradito di "rottamazione": via dal Parlamento per finire in un altro tipo di incarichi pubblici. Poi perchè questa scelta perpetua le pratiche di lottizzazione della politica. Infine, perchè la Melandri, laureata in Economia, non sembra la più titolata a guidare un museo di arte contemporanea.