Tutti bocciati nell'aula della Camera gli emendamenti alla riforma dei partiti che puntavano ad abrogare totalmente il finanziamento dei partiti stessi (poi è passato il testo che dimezza la prossima tranche). Il teatrino della Casta continua il suo improponibile spettacolo: alle parole, invariabilmente, non seguono i fatti. L'Assemblea ha respinto gli emendamenti presentati in tal senso da Pdl e Lega Nord. Contro l'abrogazione dei rimborsi si sono espressi il Partito Democratico, l'Udc ma anche gran parte del Pdl, nonostante avesse proposto il provvedimento. A favore dell'abolizione dei finanziamenti pubblici, invece, si sono espressi il Carroccio, l'Idv, i Radicali e Noisud. I deputati di Futuro e Libertà si sono astenuti, mentre il governo si era rimesso all'Aula. Il comunicato della Lega - Il primo commento al voto di Montecitorio è arrivato dalla Lega Nord, che lo ha affidato a un comunicato del gruppo alla Camera: "Passando dalle parole ai voti in Parlamento, è ormai chiaro a tutti chi bluffa e chi fa sul serio. La Lega Nord - commenta il partito la bocciatura da parte della maggioranza dell'emendamento - è l'unico movimento che vuole abolire totalmente il finanziamento pubblico ai partiti. La demagogia della maggioranza Pd, Pdl e Terzo Polo è stata smascherata". Poi il dimezzamento - Successivamente l'aula ha approvato il primo articolo della proposta di legge sulla riforma dei partiti, che di fatto dimezza i contributi del finanziamento pubblico. L’articolo è passato con 372 sì, 97 no e 17 astenuti. Contro hanno votato Lega, Radicali, Noi Sud e Idv. E la sinistra si è voluta prendere il merito. "Merito nostro", ha detto Michele Ventura, vicepresidente vicario dei deputati del Pd. "Ancora oggi c’è chi promette una raccolta di firme per una legge che verrà, c’è chi, demagogicamente, vuole cancellare il contributo pubblico. Noi, coerentemente abbiamo fatto quel che abbiamo promesso". Ma non erano certo soli, visto che i voti favorevoli sono stati 372.