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Sisma, fischi a Monti: "Rapinatore". Il governo non vuol pagare la ricostruzione

Il premier contestato: "Ladro, vattene, cosa sei venuto a fare?". Lo Stato non darà più soldi ai privati per calamità naturali: sarà assicurazione obbligatoria?
di Giulio Bucchi domenica 27 maggio 2012

3' di lettura

Il premier Mario Monti va a Sant'Agostino, sui luoghi del sisma che ha sconvolto alcune zone dell'Emilia Romagna tra sabato e domenica, e si becca la contestazione. Un gruppo di terremotati lo fischia e lo accoglie al grido di "Potevi stare a casa". Gli slogan più gridati: "Vergogna", "Ladri", "Rapinatori", "Dateci indietro i soldi" perché, spiegano i terremotati emiliani, "E' lo Stato che deve provvedere ai cittadini, non il contrario. Da Monti ci aspettiamo l’aiuto ai cittadini. Oggi lui è qui perché è il circo mediatico, perché ci sono le amministrative, per dare visibilità". La contestazione cade con innegabile tempismo: è già in Gazzetta Ufficiale, infatti, il decreto che nega i soldi pubblici ai privati per la ricostruzione in caso di calamità naturali. Per avere fondi le Regioni potrebbero alzare le accise sulla benzina, una circostanza poi smentita dall'esecutivo che ha rifinanziato il Fondo Nazionale per la Protezione Civile con 50 milioni. Sul territorio la principale emergenza è quella dei cinquemila sfollati, accalcati nei campi di prima accoglienza (in condizioni meteorologiche non clementi). Metà delle imprese e delle aziende sono impossibilitate a riprendere la produzione a causa dei danni materiali a capannoni, impianti e macchinari.  50 milioni - Come detto, il fabbisogno finanziario per far fronte allo stato di emergenza verrà coperto utilizzando le risorse del Fondo Nazionale per la Protezione Civile. Il Fondo è stato all’uopo rifinanziato con 50 milioni di euro, prima della dichiarazione dello stato emergenziale. E’ quanto si legge nel comunicato finale del Cdm di oggi a Palazzo Chigi.   Le risorse stanziate - prosegue la nota - serviranno a coprire tutte le spese per i soccorsi, l’assistenza e la messa in sicurezza provvisoria dei siti pericolanti. In caso di necessità, sarà possibile integrare le risorse attingendo al Fondo di riserva per le spese impreviste (a sua volta reintegrabile con risorse ordinarie derivanti da riduzioni di voci di spese rimodulabili e, ove necessario, con le maggiori entrate derivanti dall’aumento dell’accisa nazionale sui carburanti, stabilita dal Consiglio dei Ministri in misura non superiore a cinque centesimi per litro). Pertanto, si legge ancora nella nota, non è stato necessario procedere ad alcun aumento delle accise. Le parole del Prof - Il premier, portando il proprio saluto agli sfollati del Ferrarese, ha definito "gravi" i danni del terremoto di domenica sul tessuto produttivo emiliano. E’ una terra, ha osservato, "che dobbiamo aiutare a tornare produttiva al più presto". "Sono venuto, prima di tutto, per portare le mie condoglianze ai parenti delle vittime di questa tragedia", ha spiegato Monti al termine dell'incontro con i famigliari delle vittime, al quale hanno partecipato anche il capo della Protezione Civile, Franco Gabrielli, il presidente della Regione Emilia Romagna Vasco Errani e i sindaci delle zone più colpite. "E poi ho voluto rendermi conto, personalmente, dei danni che sono gravi e riguardano,anche, in particolare, il tessuto produttivo di questa terra, così intraprendente e che dobbiamo aiutare a tornare produttiva al più presto, con le piccole imprese, sia industriali, sia agricole". "Sono state esaminate le modalità per arrivare presto a poter dare il sostegno necessario. Fra poche ore a Roma, in Consiglio dei Ministri, dichiareremo lo stato di emergenza, verrà emessa un’ordinanza della Protezione Civile". Il guaio è che il solito pasticcio tecnico sui fondi per le calamità naturali resta. I lati oscuri del decreto - La riforma, infatti, prevede per imprese e proprietari di casi la possibilità (ma non l'obbligo) di siglare polizze assicurative a copertura di danni provocati da "calamità naturali", estendendo eventualmente contratti già sottoscritti sullo stesso immobile. Ma il regolamento sulle nuove obbligatorie forme assicurative non è stato ancora emanato. Altra grana: la polizza su base volontaria stabilisce, di fatto, la disparità tra cittadini che vivono in zone a rischio e quelle che invece si trovano in aree sismiche o a rischio idrogeologico. Naturalmente, le compagnie assicurative non stipuleranno polizze, se non a cifre astronomiche, in quelle zone ad alto rischio. Soluzione: assicurazione obbligatoria con prezzi che dovrebbero arrivare a 100 euro ad abitazione. Un'altra tassa, ma privata.

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