Egregio Dottor Mainiero, anche lei, ne sono certo, a prescindere dai motivi professionali, si sarà domandato cosa stia succedendo in Italia. Rubano i rappresentanti dei partiti, rubano le pensioni di invalidità i falsi ciechi & C., ruba il mio pescivendolo che mi rifila il pescespada congelato. Insomma, dovunque ti giri, c’è qualcuno che ruba. E allora mi chiedo e le chiedo: ma che fine ha fatto quella bella parola che si chiama “onestà”? Il mio Devoto-Oli la porta ancora. Ma forse non è aggiornato. Il suo vocabolario, invece? Antonino Marino Messina Per la verità, non mi sono mai chiesto cosa stia succedendo in Italia. E non me lo sono chiesto perché ho la presunzione di saperlo: in Italia si ruba. Rubavano, con qualche eccezione, i politici del secolo scorso. Rubano, sempre con qualche eccezione, quelli di oggi. Immagino che ruberanno anche quelli del futuro. Truffa il pescivendolo, con le solite eccezioni. E truffa anche il salumiere assieme al macellaio, all’idraulico, all’elettricista, al meccanico, al carrozziere. Ovviamente, può allungare l’elenco come e quanto le pare. E può estenderlo a piacimento, ad est e a ovest, a nord e a sud, in Europa e negli Stati Uniti. Henry Kissinger ha detto: «Il problema è che il 90 per cento dei politici rovina il buon nome di tutto l’altro dieci per cento». Le assicuro che Henry Kissinger non è nato dalle nostre parti. E Ronald Reagan? E’ apparsa sul Chicago Tribune, nel 1975, poi ha fatto il giro del mondo: «La politica è stata definita la seconda più antica professione del mondo. Certe volte trovo che assomigli molto alla prima». Senta quest’altra, è di Woody Allen: «I politici hanno una loto etica. Tutta loro. Ed è una tacca più sotto di quella di un maniaco sessuale». Pesantuccia, non le pare? George Orwell: «I pensatori della politica si dividono generalmente in due categorie: gli utopisti con la testa fra le nuvole e i realisti con i piedi nel fango». Fango, cioè melma. Nikita Kruscev: «I politici sono tutti gli stessi. Promettono di costruire ponti anche quando non ci sono fiumi». Caro mio, quando c’è da sbagliare, da raggirare, da truffare, tutto il mondo è paese, e tutti i vocabolari hanno qualche parole desueta. Siamo fatti così, e non perché siamo tutti italiani. Perché siamo uomini, noi italiani un po’ più uomini degli altri. A noi, si sa, piace esagerare. mattias.mainiero@liberoquotidiano.it