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Gioia e onori passano dai piedi e dal cervello del futuro Pallone d’oro

di Eliana Giusto sabato 30 giugno 2012

2' di lettura

Undici da una parte e undici dall’altra, ma non sono mica tutti uguali. Loro hanno i palleggiatori finissimi, noi quelli con le palle (inteso come «attributi»). I capitani sono i due portieri, in difesa (si spera) stiamo meglio da questa parte del Mediterraneo, in attacco pure (ma un paragone è impossibile, loro i bomber li schifano). Poi c’è il ruolo fondamentale, quello del regista, il tizio che in genere tocca più palloni di tutti, quello che se gli gira fa svoltare le partite. Pirlo contro Iniesta, insomma. Due geni, due pezzi unici: dai loro piedi passa la vittoria o lo spernacchiamento generale, la capacità di imporre il proprio gioco o di subirlo, son loro che devono far partire gli esterni quando è il momento di attaccare o far girare la palla se c’è bisogno di tirare il fiato. Pirlo contro Iniesta, due geni in braghe che questa sera - non si scappa - si giocano più di una semplice vittoria all’Europeo. Con Ronaldo uscito in semifinale e senza tituli europei con il Real Madrid, e Messi micidiale nel Barcellona (82 reti stagionali), ma all’asciutto in quanto a coppe che contano, i due principali pretendenti al Pallone d’oro si sono praticamente autoesclusi.  Difficile che i giurati chiamati a decidere a chi assegnare il più importante trofeo «personale» (208 giornalisti e altrettanti tra allenatori e capitani delle varie Nazionali) scelgano di premiare per il quarto anno di fila la Pulce argentina, molto improbabile che preferiscano Ronaldo: al portoghese sarebbe bastato conquistare la finale con il suo Portogallo e invece... ciccia. E allora eccoli qua i due pretendenti più accreditati ad alzare il premio congiunto di «France Football» e Fifa: Andrea “Cucchiaio” Pirlo e Andres Iniesta, già secondo nella speciale classifica del 2010. Gli altri? Qualche speranza per i due capitani e numeri 1: Casillas e Buffon, più difficile che i giurati si facciano impressionare dalle meraviglie di Balotelli contro la Germania. Se poi Mario ne butta dentro tre siamo pronti a rivedere tutte le precedenti considerazioni (ogni gesto scaramantico è consentito...).  di Fabrizio Biasin

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