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Giornalista scherza su ValéryHollande lo fa licenziare

La denuncia dello scrittore Philippe Sollers: ho criticato la première dame, sono stato epurato
di Lucia Esposito sabato 30 giugno 2012

3' di lettura

  All’Eliseo poco o niente è cambiato in fatto di «epurazione» dei giornalisti che osano criticare il presidente e la première dame o première fiancée che dir si voglia. Quei pochi temerari che lo facevano rischiavano il posto e una querela ai tempi di Nicolas Sarkozy e della moglie Carla Bruni. Ora accade lo stesso, con François Hollande capo di Stato e la temibile compagna Valérie Trierweiler. A provocare la «Rottweiler», come ormai tutti chiamano Valérie la vendicativa, è stato il noto scrittore ed editorialista Philippe Sollers, 75 anni, che dopo 13 anni di onorato lavoro non scriverà più per il Journal du Dimanche (Jdd). Già questo basta a far venire i brividi se si pensa che i francesi si vantano di aver esportato gli ideali di libertà e diritto di espressione in tutto il mondo. Se si legge l’articolo incriminato di Sollers non emerge nulla di offensivo, al massimo un diritto di satira che non lede però nessuno. Riferendosi al controverso tweet anti-Ségolène Royal postato dalla Trierweiler in vista delle scorse elezioni legislative, ha scritto: «Una nuova pretendente al ruolo di première dame di Francia, un matrimonio da favola e, al più presto, un bebè. Speriamo che questa nuova avventuriera coraggiosa ci avverta con un tweet».  Telenovela Eliseo  In questo modo soft ha criticato l’atteggiamento della Rottweiler che si è voluta rifare sulla Royal, l’ex di Hollande, incoraggiando il suo sfidante per un posto in Parlamento, il dissidente socialista Olivier Falorni (alla fine risultato vincitore su Ségolène). Sempre fra il serio e il faceto, tanto per ridicolizzare quella «telenovela» che per giorni ha tenuto banco nella politica francese e fatto volare i piatti all’Eliseo, Sollers ha aggiunto: «Le elezioni, la crisi dell’euro, i massacri in Siria, le tasse che arriveranno, la lenta marcia del Fronte nazionale, sono niente in confronto a quel tweet». È bastato questo per far finire la sua carriera al Jdd e scatenare un nuovo putiferio mediatico. Ancor di più se si pensa che la compagna di Hollande, nonostante il suo ruolo istituzionale, ha voluto mantenere il posto di lavoro al settimanale Paris Match, che, casualmente, appartiene allo stesso gruppo del Jdd. Quindi, oltre alla “purga” contro il giornalista, ora c’è anche l’accusa di conflitto di interessi nei confronti della Trierweiler. Il vicedirettore del domenicale, Patrice Trapier, respinge gli attacchi: «La decisione di separarci da lui risale a molti giorni prima», ha spiegato. «Come avviene da molti anni, rinnoviamo i nostri collaboratori». Una versione ufficiale «alquanto preoccupante», ha commentato Sollers sull’Express. «Ho scritto il pezzo e l’ho inviato ai capi del giornale. Subito dopo ho ricevuto una telefonata in cui mi veniva annunciato che la mia collaborazione era terminata», si è difeso lo scrittore.  L’altra vittima A maggio, un altro giornalista francese, Pierre Salviac, è stato licenziato dall’emittente privata Rtl per avere postato un messaggio «sessista» su Twitter, in cui invitava «le colleghe, a scopare in modo utile», perché avrebbero potuto diventare «première dame di Francia», in riferimento alla giornalista Trierweiler, che si è sistemata proprio con Hollande. Per non parlare, poi, di quello che accadeva sotto Sarkozy. E viene da interrogarsi su questi direttori di giornali transalpini che cacciano cronisti e collaboratori di pregio alla prima telefonata infuriata dei politici presi di mira dalla satira. Nei suoi anni all’Eliseo è arrivato alle minacce verbali e in certi casi fisiche contro i giornalisti ed esercitava una sorta di controllo su Le Figaro e sullo stesso Journal du Dimanche. Il domenicale pubblicava sondaggi spesso «bulgari» sul gradimento suo e della moglie e attaccava chiunque osasse criticare i Sarkozy. L’ex presidente in passato ha preso di mira anche la Trierweiler, alludendo in campagna elettorale ai legami molto stretti tra il campo di Hollande e diversi «paperoni» francesi, tra cui Vincent Bolloré, grande industriale nonchè proprietario di Direct 8, la rete televisiva in cui la partner dell’attuale capo di Stato si è affermata come conduttrice. di Alessandro Carlini  

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