L'Italia della disperazioneSpararsi in testa per le tasseImpiccarsi per la busta paga

Gli arriva cartella di Equitalia: preme il grillettoGli riducono l'orario di lavoro: si ammazza
di Lucia Espositodomenica 6 maggio 2012
L'Italia della disperazioneSpararsi in testa per le tasseImpiccarsi per la busta paga
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  L'ormai consueto sabato di morte. Una giornata di lacrime e disperazione. Nell'arco di poche ore le tasse e la crisi mietono altre due vittime: la lista dei morti si allunga, della scia di sangue non si riesce nemmeno più a percepire il termine. Prima un uomo di Napoli che scrive su un foglio "la mia dignità vale più della vita" e che poi si spara in testa. Quindi la tragedia di un 47enne di Troina, in provincia di Enna, che si è impiccato perché la ditta dove lavora gli ha ridotto le giornate di lavoro. "La dignità vale più della vita" - A Pozzuoli, nel Napoletano, sono state le tasse a spingere un 72enne a rivolgere la sua pistola contro se stesso e a premere il grilletto: ora è in condizioni gravissime, lotta contro la morte nell'osedale di Loreto Mare di Napoli e i medici dicono che "non ce la può fare". Qualche giorno fa aveva ricevuto una cartella esattoriale di 15mila euro. Troppo. Lo ha detto chiaro e tondo in un bigliettino: "La dignità vale più della vita". Il suo corpo agonizzante è stato trovato dal figlio: continuava a chiamarlo e il cellulare suonava a vuoto. Il padre aveva poi lasciato le chiavi della sua barca a casa: ogni sabato amava navigare nel Golfo di Napoli. Ma per questo fine settimana niente barca: una circostanza che ha insospettito il figlio.  "Un errore non suo" - L'ultima vittima delle tasse, secondo quanto ricostruito dai carabinieri, nello scorso ottobre aveva ricevuto la cartella esattoriale da 15mila euro. Quindi si era liberato della società a lui intestata - l'officina Pit Stop - e aveva intestato immobili a moglie e figlio. Ma ieri, venerdì 4 maggio, il figlio aveva ricevuto la cartella di Equitalia: 11mila euro. Senza sapere del precedente lo ha detto al padre, che schiacciato dalla disperazione si è sparato in testa. Il fratello dell'uomo, Umberto, parla invece di un debito maggiore, pari a 30mila euro. La sorella dell'anziano, Paola Paganelli, racconta: "Mesi fa ha ricevuto la prima cartella, esorbitante. Era stata determinata da un errore fatto non da mio fratello nella procedura di cessazione dell'attività. L'importo iniziale, in seguito ad un ricorso, era diminuito. Poi però - ha concluso - sono arrivate altre cartelle". Lavoro ridotto: s'impicca - Questo sabato registra poi un altra vittima. La crisi opprime, le tasse spaventano, la vita diventa insostenibile, le persone si sentono rubare la propria dignità. Così Gateno Trovato Salinaro ha deciso di abbandonare questo mondo impiccandosi, lasciando la moglie e le due figliolette di 9 e 4 anni. A spingerlo a togliersi la vita è stato il fatto che la ditta dove lavorava, in provincia di Enna, gli aveva ridotto l'orario di lavoro. Un particolare, un piccolo cambiamento che per molti, nell'Italia di oggi, è una distruttiva rivoluzione. Quei soldi gli servivano per vivere. Senza quei soldi ha deciso che piuttosto era meglio morire. Gaetano ha lasciato quattro biglietti per spiegare il suo gesto. Quello che ha scritto assomiglia al grido di dolore che tante, troppe volte, abbiamo dovuto registrare in questi mesi: da mesi cercava un'occupazione stabile, e la notizia dell'orario di lavoro ridotto lo ha distrutto. Il corpo dell'ultima vittima di questa crisi senza fine è stato rinvenuto dal suocero, che da tempo cercava di aiutare la famiglia in difficoltà.