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Il pil conferma: le tasse di Montici riducono peggio della Spagna

A giugno la produzione industriale nel nostro Paese è crollata dell'8,2%
di Lucia Esposito sabato 18 agosto 2012

2' di lettura

  Ancora una brutta notizia sul fronte economico, ancora dei dati che ci offrono la fotografia di un paese allo stallo nel secondo trimestre del 2012, un Paese schiacciato dalle tasse e che non riesce a crescere.. Secondo la stima flash di Eurostat, il Pil euro nell'Eurozona è calato dello 0,2% rispetto al primo trimestre ed è sceso dello 0,4% rispetto al corrispondente trimestre del 2011. Per l'Italia la stima  è di -0,7% congiunturale e di -2,5% tendenziale. Per la Germania +0,3% e +1%, per la Francia +0% e +0,3%. Tra i 17 paesi dell'area euro, solo Grecia (-6,2%) e Portogallo (-3,3%) hanno fatto peggio dell'Italia. La Francia conferma il suo   obiettivo di crescita del pil dello 0,3% per il 2012. A sostenerlo ai   microfoni della radio francese 'Europe 1', è il ministro   dell’Economia, Pierre Moscovici commentando i dati di crescita zero   del pil nel secondo trimestre dell’anno. Un dato “non eccellente”,   “non sufficiente”, ma “non siamo in recessione” come invece è il   caso “nella maggior parte dei nostri paesi partner come la Spagna,   l'Italia, il Belgio e il Regno Unito. Non siamo al riparo di una   recessione”.  Dato impressionante Dai dati diffusi sa Eurostat emerge che comincia a scricchiolare anche l'economia di uno dei paesi più 'rigoristì d’Europa: nel secondo trimestre infatti il pil della Finlandia ha registrato un calo dell’1% rispetto al primo trimestre e dello 0,3% su base annua. Lo riferisce l’istituto di statistica finlandese ricordando che nel 2011 il pil è stato pari al +2,9% n calo anche la produzione industriale. Su base annua si è registrato una flessione del 2,1%. Nei 27 paesi Ue invece si è avuta una flessione dello 0,9% congiunturale e del 2,2% tendenziale. Il dato mensile è stato caratterizzato da una flessione dell'1,3% dei beni capitali sia nell'Eurozona sia nella Ue, e da una contrazione dei beni di consumo non durevoli rispettivamente dello 0,7% e dell'1%. Per quanto riguarda i singoli paesi, i cali più rilevanti hanno riguardato Regno Unito (-2,5% congiunturale), Polonia (-2%), Estonia (-1,7%) e Italia (-1,4%), mentre i rialzi più consistenti della produzione hanno interessato Lituania (+18,6%), Slovenia (+2,9%) e Irlanda (+2,7%).  

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