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Formigoni: "Passo indietro, giunta azzerata"

di Giulio Bucchi domenica 14 ottobre 2012

3' di lettura

"Non mi dimetto, ma azzererò e dimezzerò la giunta della Regione Lombardia". L'annuncio lo dà Roberto Formigoni, governatore lombardo del Pdl travolto mercoledì dalle polemiche dopo l'arresto dell'assessore alla Casa Domenico Zambetti, accusato dalla Procura di Milano di avere comprato 4.000 voti dalla 'ndrangheta per le elezioni 2010. E oggi - dopo l'aut aut del segretario regionale del Carroccio Matteo Salvini "O Formigoni azzera la giunta o noi ci dimettiamo e si va alle urne"- i suoi assessori hanno "obbedito" e "a seguito di approfondita riflessione politica" hanno rimesso nella mani del presidente stesso le deleghe a loro attribuite. "Il presidente - si legge in una nota - li ha ringraziati personalmente, al termine della seduta di Giunta di oggi, per l'impegno profuso nella loro intelligente azione di questi anni, e farà decorrere le dimissioni dal momento dell’insediamento della nuova Giunta". "Ora fino al 2015" - Insomma, dopo una notte di tensione e di simil-minacce, tipo quella ribadita da Formigoni a La telefonata di Maurizio Belpietro: "C'è un accordo politico tra Lega e Pdl, se cado io cadono anche Piemonte e Veneto" e i malumori fra i leghisti, sembra tutto risolto. "Ho fatto un passo indietro. La giunta della Lombardia è azzerata e prossimamente provvederemo a dimezzarne il numero di componenti", ha spiegato seccamente un teso governatore della Lombardia. "Quanto successo a Zambetti è grave. I prossimi assessori saranno persone nuove e in grado di portare avanti un'ottima politica". E poi: "Entro l'anno la Regione approverà la modifica della legge elettorale, che eliminerà il listino bloccato". Mai più altri casi-Minetti, insomma. E venerdì mattina, gustata la notte, Formigoni riparte di slancio: "Adesso la prospettiva è la scadenza della legislatura nel 2015", ha spiegato in un'intervista a Radio24 respingendo le ipotesi di voto anticipato nel 2013 ventilate soprattutto in ambienti leghisti. "Abbiamo fatto un patto per continuare a portare avanti le politiche eccellenti di Regione Lombardia" e "a domanda precisa, Maroni ha escluso di aver chiesto le elezioni ad aprile dell’anno prossimo". Nel 2015, ha concluso il governatore, "non intendo ricandidarmi" ma "intendo battermi come un leone per respingere l'immagine di una Lombardia corrotta". Maroni: "Abbiamo rispettato i patti col Pdl" - Chissà cosa ne pensa Bobo Maroni, che ieri ha spiegato l'ammorbidimento parziale del suo partito: "Abbiamo ottenuto quello che volevamo, l'azzeramento della giunta. E abbiamo il dovere di andare avanti, siamo responsabili. In Lombardia il governo negli ultimi 10 anni ha ottenuto ottimi risultati. Siamo responsabili nel governo di Piemonte, Lombardia, Veneto, Friuli Venezia Giulia e vogliamo mantenere le promesse fatte". La vicenda di Zambetti è grave - ha aggiunto Maroni -, io come ministro ho combattuto con tutte le forze contro mafia e 'ndrangheta. Per noi l'esempio è Tizzoni (il candidato alleato della Lega alle comunali di Rho che ha rifiutato l'appoggio e i voti propostigli dalla 'ndrangheta, ndr). Ha chiuso Alfano: "Tolleranza zero per chi macchia o sporca la nostra bandiera, che è pulita". Sabato mattina Maroni ha convocato un consiglio federale della Lega "per i contenuti programmatici della nuova giunta della Regione Lombardia". Lì si capirà qualcosa di più, ma da oggi Formigoni ha più di qualche speranza di portare a termine la sua quarta legislatura.

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