Napoli, 16 set. (Adnkronos) - Minigonne e costumi da bagno: da Castellammare di Stabia a Capri la battaglia per il decoro urbano in Campania si e' concentrata in primo luogo sul vestiario. Ma non solo, a tutela del decoro, c'e' anche tra i sindaci c'e' chi ha pensato a vietare il turpiloquio in pubblico e chi invece ha invitato i cittadini a contribuire alla pulizia delle strade, spazzando e lavando i marciapiedi. E' del 2010, ma ancora in vigore, il Regolamento di polizia urbana di Castellammare di Stabia con il quale, tra molte polemiche, si faceva divieto di "aggirarsi, sostare, sdraiarsi in costume da bagno, a torso nudo o con abiti assai succinti che provochino oggettiva riprovazione" nelle vie, piazze, parchi e giardini pubblici della citta'. Contro l"ordinanza della minigonna' furono svolti anche sit-in, ovviamente in abiti succinti, da parte di associazioni femministe e aderenti a partiti politici. Il braccio di ferro fu pero' vinto dal sindaco Luigi Bobbio, che nel Regolamento inseri' anche il divieto del "turpiloquio in luogo pubblico" e l'obbligo di allontanarsi dai camerini di servizio nei negozi e dagli orinatoi "solo dopo aver rimesso i propri abiti del tutto in ordine". (segue)
