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La rabbia dell'Islam arriva in Sudan: occupate le ambasciate di Germania e Gran Bretagna

di Giulio Bucchi domenica 16 settembre 2012

4' di lettura

Un californiano legato alla diffusione del film blasfemo su Maometto che ha infiammato il mondo musulmano è sotto interrogatorio dell’Fbi. Lo ha riferito la polizia americana. La polizia di Los Angeles ha prelevato da casa Nakoula Basseley Nakoula, l’uomo ritenuto l’autore del film su Maometto che ha provocato le rivolte nel  mondo arabo. Secondo quanto riporta il Los Angeles Times, poco dopo la mezzanotte gli agenti hanno scortato un uomo in auto, che si era coperto il volto con un fazzoletto, per portarlo, come è stato precisato in seguito, alla centrale di Cerrito per interrogarlo. I morti  - E’ di almeno 3 morti e 28 feriti il bilancio provvisorio degli scontri scoppiati davanti l'ambasciata statunitense a Tunisi, presa d’assalto dai manifestanti per protestare contro il film blasfemo su Maometto. Lo ha rivelato l’agenzia Tap. Sangue a Khartoum in Sudan, dove si sono registrati 4 i morti e 40 i feriti negli scontri avvenuti davanti l’ambasciata americana. E' quanto riferito dalla rete pan-araba Al Jazeera. Un gruppo di manifestanti era riuscito a fare breccia nel muro di cinta della sede da cui poco dopo sono stati cacciati. Secondo testimoni citati dalla France Presse le vittime sarebbero solo due. La risposta Usa - Dopo gli assalti alle ambasciate, gli Stati Uniti rispondono alla rabbia fondamentalista inviando droni a Bengasi e le milizie islamiste hanno iniziato a sparare pesantemente contro i velivoli. L’aeroporto di Bengasi è stato nuovamente richiuso: lo hanno reso noto fonti del governo libico spiegando che la sorveglianza statunitense è iniziata da ieri in seguito all’ondata di proteste per il film anti-Islam. La rabbia dei fondamentalisti islamici colpisce non si ferma e avanza senza concedere tregua. Itanto un gruppo di 50 marines spericalizzati nel contrasto al terrorismo è stato inviato “come misura di precauzione” nello Yemen per proteggere ulteriormente l'ambasciata americana a Sanaa. Lo ha reso noto il portavoce del Pentagono, George Little, dopo una nuova manifestazione di fronte all’edificio, precisando che non è ancora stato deciso di evacuare la  sede diplomatica ma solo di rafforzare le misure di sicurezza. Attacco all'Occidente - Dopo il dramma di Bengasi, con l'assalto al consolato americano e la morte dell'ambasciatore Christopher Stevens, e i disordini in Egitto e in Yemen di giovedì, oggi tocca al Sud Sudan. Nella capitale Khartoum sono finite sotto attacco le ambasciate di Gran Bretagna e Germania. Il motivo scatenante è sempre lo stesso: il film americano L'innocenza dei musulmani, giudicato blasfemo contro Maometto. Circa 5mila persone si sono accalcate contro i cancelli degli edifici, con la polizia sudanese impegnata a respingere i manifestanti sparando candelotti lacrimogeni. Dopo un fitto lancio di pietre, la folla è riuscita a forzare i cancelli ed entrare nelel ambasciate. Ammainate, come già successo al Cairo, le bandiere delle due sedi diplomatiche. Al loro posto è stato issato un vessillo islamico. E' chiaro che la situazione in Medio Oriente sia degenerata e la rabbia mista a follia dei fondamentalisti islamici si sta espandendo in moltissimi paesi. Gruppi di dimostranti si sono riuniti davanti all’ambasciata Usa a Tunisi per protestare contro la diffusione del film blasfemo su Islam e Maometto. Per quanto riguarda in Libano, secondo fonti della sicurezza libanese citate da al-Arabiya, il manifestante deceduto durante la protesta è stato raggiunto da una pallottola sparata dagli agenti mentre la folla cercava di prendere d’assalto un edificio governativo. Tra i feriti si contano almeno 12 agenti, colpiti dalle pietre lanciate dai manifestanti. L'assalto alle ambasciate - I manifestanti hanno appiccato un incendio contro il compound dell’ambasciata tedesca a Khartoum, in Sudan. Le immagini trasmesse dalla tv satellitare Al-Jazeera mostrano le fiamme a ridosso della sede diplomatica, con una colonna di denso fumo nero che la avvolge. In precedenza, alcuni gruppi di manifestanti hanno preso d’assalto l’ambasciata britannica a Khartoum. Nella capitale sudanese, secondo il quale le forze di sicurezza locali stanno rispondendo con il lancio di lacrimogeni. Un centinaio di dimostranti hanno chiesto la "fine dell’occupazione americana" della regione e l’espulsione dell’ambasciatore Usa in Giordania. "Ascolta Obama, noi siamo tutti Osama", hanno gridato  inneggiando alla jihad contro chi insulta il profeta Maometto. "E' un dovere di tutti i musulmani proteggere la propria religione e noi siamo qui per chiedere ai governanti di difendere la santità   dell’Islam e mettere fine all’influenza americana nel paese", ha detto Abu Mohammed Tarhawi, un leader del movimento jihaddista in Giordania. E sono state migliaia le persone che hanno partecipato ad una   manifestazione ad Amman, guidata dai Fratelli musulmani, per chiedere la sospensione delle relazioni con Washington. "America, riprenditi i   tuoi soldi, il mondo islamico non ha bisogno di te", hanno scandito i   manifestanti che hanno bruciato le bandiere a stelle e strisce. Allerme anche negli Usa - Se in Medio Oriente e nel Nord Africa scoppia la furia fondamentalista, negli Stati Uniti la situazione è altrettanto tesa e aumenta la paura per eventuali attentati. Ad Austin, nel Texas, è stata evacuata l'università a seguito di una telefonata in cui veniva segnalata la presenza di una bomba. Lo ha comunicato la stessa università in un messaggio tweet e un email inviata a tutti gli insegnanti, studenti e dipendenti invitandoli a lasciare il campus. L'allarme è scattato da una telefonata di un uomo con l’accento mediorientale che affermava di appartenere ad Al qaeda e di aver messo bombe in tutto il campus, pronte ad esplodere. Pochi minuti dopo è stato diramato un’altro ordine di evacuazione per un altro allarme bomba nell’università di Grand Froks nel North Dakota.    

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