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«Niente treni e alberghi per i cani»

Mattias Mainiero risponde a Giorgio Gasperoni
di Mattias Mainiero martedì 31 luglio 2012

2' di lettura

Veterinario sin dal 1953, amante degli animali quanto basta, trovo del tutto esagerata la campagna che state facendo a favore degli animali. Ho sempre rispettato gli animali e ho svolto, e continuo a svolgere, la mia attività come zootecnico nutrizionista. Sono per il commercio degli animali da reddito, trovo assurdo il commercio degli animali da compagnia. Trovo assurdo obbligare strutture alberghiere, marittime e treni ad accettare la presenza di cani. Gli animali devono avere i loro spazi naturali, che non sono certo le stanze d’albergo, le spiagge frequentate da bambini e le vetture ferroviarie. Giorgio Gasperoni e.mail Giusto: gli animali devono avere i loro spazi naturali. Mi sembra una considerazione intelligente, e ovviamente condivisibile. Un leone non può stare in una gabbia striminzita. Per la verità, non dovrebbe stare neppure in una gabbia gigantesca. È abituato alla savana, agli spazi immensi. Lei lo sa. Dicono che sia un animale un po’ pigro, capace di starsene sdraiato per ore e ore. Però, in un giorno, se vuole, se ha fame, se non ci sono prede nei paraggi, può percorrere chilometri. Un lupo in gabbia è uno spettacolo che non si dimentica facilmente. Il lupo - ma lei lo sa meglio di me - non ha l’andatura del cane, anche se i due animali sono parenti. Il lupo ha passi brevi, rapidi. Lei me lo insegna, lei è veterinario: il lupo muove le zampe anteriori e quelle posteriore lungo una stessa linea. Trotta, più che camminare. Vederlo in gabbia, con quell’andatura nervosa, avanti e indietro, avanti e indietro, è veramente straziante. E le voliere? Assurdo rinchiudere un uccello in una voliera. Gli uccelli spaziano, si innalzano, virano, vanno in picchiata. Lì dentro, sì e no possono fare qualche piccolo salto. Con quattro passi, l’elefante può percorrere la più grossa delle gabbie. Per non parlare delle giraffe, di fatto costrette all’immobilità: un passo e stop, ecco il recinto, la palizzata, il muro. Gazzelle, cervi, coccodrilli, ogni animale deve avere il suo spazio, che è quello naturale. Animali da compagnia. Lo dice lo stesso nome: il loro spazio è in compagnia dell’uomo. Da millenni. Con il rispetto delle dovute regole igieniche, con raziocinio. Ma accanto all’uomo. Lei, però, è veterinario, lei certe cose le sa meglio di me. Chi siamo noi, noi comuni mortali, per dire che gli animali da compagnia non sono da compagnia ma da lontananza? mattias.mainiero@liberoquotidiano.it

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