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Unicredit, ex ad Profumo a giudizio per frode fiscale

Il processo comincerà il primo ottobre. Il pm: operazioni con società lussemburghesi di Barclays per mascherare utili
di Lucia Esposito domenica 10 giugno 2012

3' di lettura

L’ex amministratore delegato di Unicredit, Alessandro Profumo, è stato rinviato a giudizio dal gup di Milano, Laura Marchiondelli. Il manager è accusato di dichiarazione fraudolenta aggravata da ostacolo alle indagini, nell’ambito di un’inchiesta su operazioni finanziarie che avrebbero permesso a Unicredit di pagare meno tasse. Insieme a Profumo, sono stati rinviati a giudizio altri 19 imputati. Tra questi, anche tre dipendenti della banca inglese Barclays. Il processo per tutti comincerà il prossimo primo ottobre davanti ai giudici della Seconda Sezione Penale del tribunale di Milano. Secondo l’ipotesi formulata dal procuratore aggiunto, Alfredo Robledo, Unicredit avrebbe realizzato una serie di operazioni con società lussemburghesi di Barclays per mascherare utile, facendolo figurare come dividendi di operazioni finanziarie, quindi soggette ad una aliquota fiscale più bassa.    Tutti i nomi Gli indagati rinviati a giudizio dal gup Marchiondelli sono: Alessandro Profumo (indagato in qualità di ex ad di Unicredit), Patrizio Braccioni (responsabile dell’Area Tax Affairs di Unicredit Spa), Ranieri De Marchis (nella sua qualità di responsabile della Direzione Planning, Finance and Administration di Unicredit Spa), Luciano Tuzzi (capo dell’Area Finanza di Unicredit Spa), Stefano Porro (responsabile dell’Area Active Balance Sheet Management di Unicredit Spa), Nicola Gerundino (funzionario appartenente all’Area Active Balance Sheet Management di Unicredit Spa), Attilio Antonio Porcaro (funzionario appartenente all’Area Active Balance Sheet Management di Unicredit Spa), Gabriele Piccini (direttore generale di Unicredit Banca Spa), Vittorio Ogliengo (ad di Unicredit Corporate Banking Spa), Maurizio Vangelisti (responsabile della Direzione Tesoreria di Unicredit Corporate Banking Spa), Mauro Agostino Panni (Senior Product Manager - International Division, di Unicredit Corporate Banking Spa), Orietta Maggioni (responsabile del Dipartimento Finanza di Unicredit Banca Spa), Marcello Menetto (responsabile della Tesoreria di Unicredit Banca Spa), Andrea Mecarelli (responsabile della Direzione Tesoreria e Presidi Finanza di Unicredit Banca Spa), Angelo Eugenio Martuccelli (responsabile della Funzione Misurazione e Controllo Rischi - Area Pianificazione e Controllo in Unicredit Banca di Roma Spa), Claudio Cesario (responsabile dell’Area Pianificazione e Controllo in Unicredit Banca di Roma Spa), Augusto Giovanni Antimo D’Agostino (responsabile della Funzione Misurazione e Controllo Rischi in Unicredit Banca di Roma Spa), Stefano Filippi (addetto dell’area Structured Capital Markets di Barclays Bank Plc), Rupack Chandra (vice Presidente dell’area Structured Capital Markets di Barclays Bank Plc) e Maria Celeste Mariotti (responsabile dei progetti di finanziamento della filiale di Milano della società Barclays Bank Plc.). Le accuse A loro la procura contesta di "avere, con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso, in concorso e previo accordo tra loro, nelle rispettive qualità sottoindicate, al fine di evadere le imposte sui redditi e cagionando un danno patrimoniale di rilevante gravità, costruito una struttura complessa e artificiosa, predeterminata in ogni sua articolazione, così da non comportare alcun rischio economico o finanziario, unicamente volta a generare, sotto il profilo della rappresentazione contabile, proventi nella forma di interessi, che artatamente invece prospettavano dividendi ai fini della imponibilità fiscale, prevista solo nella misura del 5% del loro ammontare lordo". Per i magistrati le operazioni realizzate non avevano "alcuna autonoma valenza economica" ma servivano "esclusivamente all’ottenimento di un illecito vantaggio fiscale, sottratto all’imposizione elementi attivi, mediante loro variazione in diminuzione, per un ammontare complessivo di 745.220.166,28 euro" La difesa "Capisco che il Giudice per l’Udienza Preliminare non è il Giudice del merito e quindi aspetto fiducioso ed impaziente il giudizio pubblico, certo come sono della correttezza di ogni mio operato e che non potrà quindi che essere riconosciuto come tale". E’ quanto sostiene in una nota Alessandro Profumo, presidente di Banca Mps in merito al rinvio a giudizio sulla vicenda Brontos, quando era ad di Unicredit. "In questo modo - prosegue - si porrà anche fine al danno di reputazione che sto di fatto, inevitabilmente, pur ingiustamente, subendo".  

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