Mancano pochi giorni alla stangata dell'Imu, che non risparmierà nessuno, nemmeno gli orti coltivati per diletto che erano stati sempre esentati dalla tassa in passato. Il conto che gli italiani dovranno pagare grazie a Monti sarà quasi in ogni caso più salato rispetto a quello della vecchia Ici, e il primo appuntamento con la nuova imposta sarà ancora più complicato a causa dei continui cambiamenti normativi e delle beghe burocratiche che dovranno affrontare i contribuenti. L'unica "buona" notizia riguarda le aliquote decise dai comuni, visto che basterà applicare quelle base (0,4% per la prima abitazione e 0.76% per la seconda) stabilite ormai sei mesi fa nel decrato Salva Italia, anche se il Comune ha deciso differenti aliquote. Chi deve pagare - Dovranno versare l'Imu tutti i proprietari di immobili situati sul territorio italiano e tutti coloro che in Italia hanno un diritto reale di godimento (come l'usufruttaio o chi ha diritto di abitazione). Nel caso di separazione l'obbligo di versamento pende sull'ex coniuge affidatario della casa coniugale. L'imposta va versata anche dalle società per ogni immobile possieduto, anche se utilizzato nell'esercizio della propria attività. L'imposta è dovuta anche dai soci di cooperative edilizie sull'alloggio assegnato anche se in via provvisoria. Su cosa si paga - L'Imu verrà applicata su qualsiasi immobile, anche le abitazioni principali e le relative pertinenze. Il balzello sarà quindi dovuto anche per fabbricati, aree fabbricabili (si calcola sul valore commerciale al primo gennaio 2012), sui terreni, compresi quelli agricoli e incolti, che erano stati fino ad oggi esentati dall'Imu. Sono esenti infine i terreni agricoli che si trovano in aree montane e di collina. La base imponibile - Il meccanismo per calcolare l'Imu è analogo a quello che veniva utilizzato per la vecchia Ici, ma i coefficienti moltiplicatori sono più alti e la tassa sarà più salata. Si parte ancora dalla rendita catastale attribuita all'immobile al primo gennaio dell'anno, che come in passato deve essere rivalutate del 5% (la rendita catastale si può leggere sul rogito o su una recente visura catastale). La rendita rivalutata va poi moltiplicata per una serie di coefficienti che variano a seconda della tipologia dell'immobile; per le abitazioni e relative pertinenze il coefficiente è di 160 (un balzo in avanti del 60% rispetto all'Ici, che aveva un coefficiente pari a 100), per gli uffici è 80 (rispetto al precedente 55) e per i negozi è 55 (rispetto al precedente 34). La base imponibile viene dimezzata per i fabbricati inagibili o inabitabili e di fatto inutilizzati. Viene dimezzata la base di calcolo anche per i fabbricati di interesse storico e artistico. Le aliquote - Per la prima rata, che deve essere versata entro il 18 giugno, devono obbligatoriamente essere utilizzate le aliquote base, anche se il Comune ha già deliberato in merito. Ecco le aliquote: dello 0,4% per le abitazioni principali e relative pertinenze; dello 0,76% per gli altri immobili, come seconde case, case affittate, aree fabbricabili, terreni agricoli); dello 0,2% per i fabbricati rurali strumentali. Versamenti e scandenze - L'Imu che dovrete pagare, ottenuta applicando le aliquote alla base imponibile, va poi suddivisa per le quote di possesso e per il periodo di possesso (servono almeno 15 giorni per fare un mese). L'Imu va versata in due rate che hanno scadenza il 18 giugno e il 18 dicembre. La seconda rata dovrà tenere conto delle aliquote definitive e dell'importo dell'acconto. Infine, soltanto per l'abitazione principale e le relative pertinenze, l'importo può essere suddiviso in due tranche con scadenza al 18 giugno, 17 settembre e 18 dicembre (saldo).