"Serve un Silvio Berlusconi del 1994". Questa la ricetta dell'originale, del Cavaliere stesso, e l'avrebbe proposta nel corso del suo intervento all'ufficio di presidenza del Pdl in cui si parlava delle regole delle primarie. "Serve anche un grande shock", ha aggiunto l'ex premier. Secondo quanto viene riferito, per Berlusconi è necessaria una profonda rivoluzione all'interno degli azzurri. Cambiare tutti, insomma: non solo il nome. Per recuperare gli elettori, spiega Berlusconi, serve un cambio di rotta traumatico. Una presa di posizione che ha spaccato il Pdl. Sarebbe stata durissima la replica del segretario Angelino Alfano: "Basta con le barzellette. Non dobbiamo inseguire gelatai. Se vuole, Berlusconi si candidi". Silvio, di fatto, ha espresso tutta la sua perplessità sulle primarie, ma per ora ha perso la partita: Giancarlo Galan, lasciando Palazzo Grazioli, ha detto che "l'ufficio di presidenza ha approvato il regolamento definitivo, c'è solo un rimando ad alcune clausole. Le primarie si fanno". Le parole di Galan sono poi state confermate da Berlusconi in diretta tv, dove ha sancito l'armistizio con Alfano: "Tra me e lui non c'è nessuna frizione. Gli voglio bene come un figlio. Le primarie si faranno". Il volto nuovo - Quando parla di rivoluzione, Berlusconi, punta soprattutto sui nomi nuovi. E il candidato dell'ultima potrebbe essere Giampiero Samorì, l'imprenditore che si è presentato in ticket alle primarie con Vittorio Sgarbi (e che sarebbe pronto a stanziare grandi somme per le primarie stesse). Oppure, ed è più facile immaginarlo, Berlusconi pensa a se stesso (tanto che Alfano gli avrebbe detto: "O ti ricandidi smettila di inseguire candidati esterni"). E' comunque una facile suggestione accostare il riferimento del Cav al "nuovo Silvio" proprio a Samorì: imprenditore, volto nuovo, intraprendente e desideroso di "stravolgere" la nomenklatura del partito ("siete tutti degli incapaci", ha tuonato riferendosi al Pdl) Leggi la scheda: il ritratto di Giampiero Samorì Sulle primarie - Quindi, nel corso dell'ufficio di presidenza, sarebbe arrivata la stroncatura delle primarie. Berlsconi avrebbe confermato le affermazioni precedenti mostrando di non nutrire particolare fiducia sulle consultazioni interne al partito: "Mentirei se dicessi che considero le primarie salvifiche - avrebbe spiegato ai suoi -, abbiamo bisogno di volti nuovi e protagonisti nuovi - avrebbe ribadito -. Ho commissionato dei sondaggi sulle primarie e sui candidati e non sono buoni, non mi danno buone notizie". Quindi una "bacchettata" ai suoi: "Questi convegni in ogni provincia porteranno solo allo scoperto le nostre faide interne, quelle che hanno portato allo schifo i nostri elettori". Alfano, come detto, avrebbe reagito con fermezza. Quindi, sempre nel corso dell'ufficio di presidenza, sarebbe arrivata la parziale retromarcia del Cav: "Il mio è stato solo uno sfogo per esprimere delle perplessità. Sono d'accordo sulla necessità di uscire oggi con una decisione. Secondo me, a questo punto, occorre andare avanti con le primarie perché sono necessarie, anche se - avrebbe ribadito - non sono né sufficienti né salvifiche". Alfano, da par suo, ha detto che o si procede con le primarie o si azzerano i vertici del partito. La "carezza" ad Alfano - Berlusconi, nel corso del suo intervento a Palazzo Grazioli, avrebbe comunque "salvato" parte del lavoro del partito, sottolineando che "abbiamo prodotto grandi riforme, che sono andate nella direzione del compiacimento della pubblica opinione e che non hanno dato alcuno spunto alle opposizioni per attaccarle. Siamo orgogliosi della nostra storia", avrebbe aggiunto il Cavaliere dopo aver ascoltato le parole del segretario sui risultati realizzati dal Pdl fino ad ora.