Obama favorito dai sondaggi: i 7 motivi che gli regalano il bis

Da Sandy, alla morte di Bin Laden fino al voto ispanico: ecco perché Barack è in vantaggio su Mitt
di Glauco maggidomenica 11 novembre 2012
Barack Obama

Barack Obama

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  Elezione sul filo di lana, ma gli ultimi sondaggi sembrano favorire Obama. Ma se vince, perché vince? Ecco in sette punti la sequenza di scelte strategiche, e di fortunate casualità, che gli hanno regalato il bis.  1) Sandy. Anzitutto, deve dire grazie all’uragano Sandy. Non solo ha sottratto spazio e attenzione alla campagna di Romney tesa a mostrare l’inadeguata politica economica del primo mandato di Barack, ma ha anche permesso a Obama di nascondere lo scandalo della gestione del LibiaGate di Bengazi e, insieme, di presentarsi presidenziale il giorno dopo il disastro: parlando di aiuti da dare alle popolazioni, staccando assegni federali agli Stati più colpiti, New Jersey e New York, e visitando da Grande Consolatore le spiagge distrutte di Jersey Shore con l’abbraccio bipartisan del governatore repubblicano Chris Christie.  2) Perché è nero. Non c’è grande merito nell’essere mezzo afro-americano, ma per saperlo sfruttare bisogna essere fortunati, meticolosi, cinici, e Barack lo è stato. Non solo nel 2008, quando ha scritto la storia distruggendo il tabù del razzismo e insieme mostrando la faccia ecumenica del leader di tutti gli americani, “bianchi e neri” come disse. Ma anche nel 2012 quando ha continuato a godere di una inerzia importante, tra i bianchi che non se la sentono di liquidare il primo presidente nero dopo soli 4 anni, e tra i neri che, nel 95% dei casi, votano per “razzismo buono”. A questo sentimento settario, senza pensare più al superamento delle barriere e al futuro di una riconciliazione che gli erano serviti per tenere un atteggiamento alto la prima volta, ha fatto ampio ricorso: per esempio, ha usato il potere di governo per cercare di impedire, negli stati in cui ha potuto, il passaggio di leggi che obbligano di presentarsi al seggio con un documento munito di foto. Per questa via, non solo ha tenuto aperta la via per possibili brogli elettorali (illuminante l’esperienza del gruppo di attivisti Acorn nel 2008, che fu smascherato e sciolto dal Congresso -che lo finanziava- proprio per le irregolarità che aveva compiuto) , ma ha anche usato la sua opposizione per fare propaganda tra i neri sostenendo che i repubblicani volevano tenerli lontano dai seggi.  3) Osama Bin Laden. A coronamento di un lavoro egregio cominciato ovviamente dalla Cia e dai servizi di Bush, Obama si è trovato su un piatto d’argento l’opportunità di far fuori il capo di Al Qaeda. Di suo, va riconosciuto, c’è la decisione finale in cui ha autorizzato il raid. Ma in questo episodio c’è una innegabile dose di fortuna. Peraltro lo staff della Casa Bianca ha commesso un errore gravissimo nel non saper difendere il medico pakistano, che si era adoperato per aiutare la Cia a individuare il nascondiglio di Bin Laden. Oggi è ancora in galera, perché non fu messo in salvo subito. Una vergogna di cui la stampa mainstream americana ha sempre graziato Obama, allenandosi al capolavoro sulla Libia. 4) Bengazi, con l’ambasciatore Usa ucciso da Al Qaeda. Questo fattore va inserito nella colonna del “perché ha vinto Obama” per il fatto che ha fatto vedere di che cosa siano capaci la grande stampa e tutte le televisioni (meno una, Fox News) quando si tratta di fare muro per non far scoppiare gli scandali che dovrebbero colpire il presidente democratico.  5) La Corte Suprema. Con la decisione a maggioranza a favore della costituzionalità della riforma ObamaCare, i giudici non hanno bocciato una legge tra le più impopolari mai approvate, e passata con un voto assolutamente partigiano e senza un solo sì dei repubblicani. Ancora oggi la legge nei sondaggi è giudicata più male che bene, ma la promozione avuta dalla Corte è stata una vittoria. ObamaCare è sempre una grave zavorra economica per l’economia, ma il mandato individuale è diventato “costituzionale” diventando una tassa. 6) Il voto ispanico. Obama è stato cinico e calcolatore, ma alla fine ha avuto ragione lui. Nei primi due anni, con la maggioranza alla Camera e la Supermaggioranza al Senato, poteva far passare benissimo una riforma della immigrazione clandestina se avesse voluto. Non lo ha fatto, e ha invece tirato fuori il problema quest’anno quando, con un ordine esecutivo, ha di fatto passato una sanatoria che permette ai clandestini dai 14 ai 30 anni di non temere più la deportazione. Così si è fatto bello mesi prima del voto tra i latinos, dando la colpa al GOP di non aver accettato di votare una riforma che lui, Obama, non aveva in realtà mai proposto davvero. 7) Omosessuali. Prima con la eliminazione della legge clintoniana che vietato ai gay di fare i militari ammettendo di essere omosessuali, e poi cambiando idea sulle nozze dei gay, Obama ha fatto il pieno di questi elettori, e di chi considera giusto i loro avanzamenti nella società. Nel 2008 si presentò e vinse sostenendo di essere a favore del matrimonio tra un uomo e una donna, come il suo avversario McCain. Oggi è “personalmente” convinto che gli omosessuali possano sposarsi. Non è la coerenza il suo forte, ma che cosa non si fa per vincere? Glauco Maggi